1. Ogni maledetto weekend. (parte seconda)


    Data: 02/10/2017, Categorie: Tradimenti Autore: Stalio, Fonte: Annunci69

    ... ci siamo andati?"
    
    "Si, ricordo anche come eri vestita, con quella minigonna. Ti avrei scopato anch'io."
    
    "Sai che sono un po' esibizionista. Ero nel reparto di abbigliamento, tu giravi in quello del bricolage. C'era un uomo vicino a me, alto, bello, circa della nostra età, che mentre curiosavo tra i vestiti letteralmente mi scopava con gli occhi.
    
    Quando me ne resi conto e l'occhio mi cadde sul suo pacco gonfio, come mi capita spesso con gli uomini, presi letteralmente fuoco, i capezzoli diventarono duri e dritti in un attimo, e mi prese un'eccitazione pazzesca. Lui evidentemente se ne accorse, o forse notò i capezzoli che volevano sfondare la maglietta, tant'è che si avvicinò e senza dire una parola mi trascinò in una delle cabine spogliatoio, senza che io opponessi la benché minima resistenza. Una volta dentro mi girò e mi abbracciò da dietro, facendomi sentire il pacco duro sul culo. Mi teneva stretta a se con una mano sulle tette e con le dita stringeva un capezzolo, e con l'altra, in mezzo alle gambe, sotto le mutande a solleticarmi il critoride, immediatamente esplosi in un orgasmo straordinario, liberatorio. Il mal di testa che mi stava torturando da quando mi ero svegliata mi passò all'istante. Le gambe mi tremavano e non stavo capendo più niente, ma il pensiero che c'eri tu nei paraggi mi fece tornare in me: "Sono con mio marito, lasciami." Ed uscii dalla cabina, allontanandomi fino in fondo alla corsia. Tu arrivasti quasi subito con della roba in mano da ...
    ... mettere nel carrello, ed io, con il fuoco in mezzo alle gambe ed i miei umori che mi colavano lungo le cosce, mi decisi. Ti chiesi di tenere tu la spesa perché io dovevo andare un attimo fuori, in bagno. Per uscire passai davanti al tipo, che era rimasto ad osservare vicino alle cabine, e gli feci l'occhiolino. Lui capì al volo, mi venne dietro a distanza, poi nella galleria sì accostò e mi disse: "Vieni con me." Era uno della sicurezza del centro commerciale, mi portò in un piccolo ufficio e chiusa la porta a chiave mi cacciò la lingua in bocca e mi mise una mano in mezzo alle gambe, ficcandomi due dita dentro. Arrivò il secondo orgasmo, così, in piedi in mezzo alla stanza.
    
    In uno stato di semi incoscienza mi ritrovai distesa con la pancia sulla scrivania, lui da dietro mi sfilò le mutande, si abbassò i pantaloni, tirò fuori l'uccello e mi impalò con un colpo solo. Fu una scopata selvaggia, non so dirti quante volte, 4-5 orgasmi di sicuro, prima che lui mi si svuotasse dentro."
    
    Dopo un attimo di silenzio: "Amore se vuoi sto sul vago, non voglio farti soffrire."
    
    "No, continua così, mi interessa sapere tutto."
    
    In realtà aveva ragione lei, non importava conoscere tutti i particolari. Le immagini che il mio cervello costruì con quel racconto mi torturarono per giorni interi, ma poi furono superati dagli altri avvenimenti in cui, mio malgrado, fui complice.
    
    "Dopo aver goduto lui si buttò su una sedia, mentre io cercavo di ripulirmi dallo sperma che mi colava dalla ...