1. La vita in un piccolo paese - 11


    Data: 15/12/2018, Categorie: Etero Autore: gioviaf

    ... specie di frenesia.
    
    Entrambi tornarono in sé a fatica e poco desiderosi di lasciare quell’erba così accogliente. Si baciarono ancora con foga promettendosi di ricominciare appena sarebbe stato loro possibile. Finalmente si misero in cammino, con la mano nella mano, giocando e ridendo come una coppia di fidanzati. Poi, si separarono con rimpianto.
    
    Bertrand era in preda ad un furore straordinario quando sua figlia entrò in casa con disinvoltura ed il sorriso sulle labbra. “Da dove vieni?”. “Ma dalla clinica”. “Bugiarda! Non ci vuole tanto tempo per venire da lì, nemmeno a piedi. Sono sicuro che hai preso l’autobus e ti sei fermata nel bosco per rifare delle porcherie, ma con chi questo volta? Non ne hai dunque mai abbastanza?”. Olimpia si avvicinò a suo padre, gli si appese al collo donandogli le labbra. “Non ti arrabbiare. Se sapessi quello che mi è capitato. Un colpo di fulmine, se posso esprimermi così. Vicino alla clinica ho incontrato Guido, il figlio di Simona Brou, la padrona del negozio di camicie dove ho comperato la guaina che tu mi hai regalato”.
    
    “Ed è con lui che tu hai…”. “Sì, e spero di continuare, vorrei che lui si innamorasse di me. E’ un ragazzo bello e gentile. E poi è molto comprensivo e lo sarà anche in avvenire”. “Cosa significa?”. “Ma sì, figurati che lui stesso ha confessato delle cose che ci mettono allo stesso livello. Se io ti do l’occasione di farlo con quella Simona? E’ una bella donna ed è molto calda. E, tienilo bene a mente, si corica ...
    ... con suo figlio”.
    
    “Non è possibile”. “Ma sì, è così. Allora ci credi alla possibilità di averla? Ma non dimenticare che io sarò lì, che ti permetto di fare questo ma che malgrado tutto rimango la tua piccola amante. Ho detto a Guido che l’amo, ma che non amerò mai un uomo solo; che sei stato tu a farmi conoscere la voluttà e che non ti negherò mai nulla. Ora che sono vicina a te, nelle tue braccia, mi sento come una donna che ancora non ha fatto l’amore e che ne ha terribilmente bisogno”. “Riparleremo di questo molto presto. Adesso prepara da mangiare che ho fame”.
    
    Più tardi chiusero la porta, abbassarono le tendine. Poi si misero a tavola, uno davanti all’altro, cenarono bevendo diversi bicchieri di vino e poi fumarono. Entrambi non pensavano né a Guido né a Simona. Olimpia aveva posto una mano nella patta dei pantaloni di suo padre e gli accarezzava languidamente il cazzo rigido. Guardandolo negli occhi mormorò “Mi piace tanto questo cazzo, è mio, lasciami fare e dimmi se lo faccio bene”. “Tu masturbi benissimo, Olimpia, come io non sono stato mai masturbato, è bello il contatto del tuo pollice sulla punta, dammi la tua bella bocca di viziosa e la tua lingua, mia piccola cara”.
    
    “Io sono la tua sgualdrina, vieni, lascia che ti guardi il membro. Hai un uccello fantastico, più grosso di quello di Guido che pure non è male. E’ più bello quando tiro giù la pelle e metto a nudo questa grossa cappella. E’ così eccitante, e poi ha un odore che mi delizia le narici. Adesso ti ...