Passione negata
Data: 20/12/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Vincep14
C’è qualcosa di più brutto per un gay che innamorarsi del suo migliore amico etero? Quello della cotta per Francesco è stato, senza esagerare, uno dei periodi più tormentati vissuti nei miei ventiquattro anni.
Lo conobbi che eravamo ancora due ragazzini, frequentavamo la seconda media. Frequentavamo lo stesso istituto, seppur in classi diverse. Quell’anno entrambi partecipammo ad una gita scolastica a Roma. E non posso sicuramente dire di essere rimasto colpito dalla sua simpatia. Ai tempi era un ragazzo molto scontroso, pareva portare rancore nei confronti di tutti, e non si faceva problemi a dare dimostrazione del suo caratteraccio anche con chi conosceva appena. Le poche cose che gli uscivano di bocca era difficile che facessero morire dalla voglia di intrattenere una conversazione con lui.
Non feci sicuramente i salti di gioia quando appresi che si era iscritto nella mia stessa classe al liceo. E se i primi due anni trascorsero covando astio reciproco, tendenzialmente celato sotto spoglie di finta cortesia (ma neanche sempre), fu solo durante il terzo anno che avemmo modo di scoprirci e rivalutarci, complice l’enorme cambiamento che da un mese all’altro fece di lui un ragazzo ben più amabile e cordiale di quello che avevo imparato a conoscere in precedenza. La metamorfosi interessò significativamente anche il suo aspetto esteriore: tagliò i capelli, iniziò ad avere molta più attenzione nel curare il fisico e nel vestire. Ma soprattutto riuscì ad aprirsi e a ...
... conquistare il benvolere di tutti. Una inedita ma piacevole ironia ed una sorprendente profondità d’animo presero il posto dello scarso entusiasmo e della poca voglia di vivere che prima dava tutta l’idea di avere perennemente in volto, stimolando la curiosità di conoscerlo meglio, ora che finalmente ne dava l’occasione.
L’innata e reciproca antipatia che aveva caratterizzato inizialmente i nostri rapporti non tardò dunque a cedere il passo a quella che in non molto tempo diventò una grandissima amicizia. Iniziammo a frequentarci sempre più assiduamente, nel periodo estivo andavamo spessissimo al mare insieme, conquistammo senza troppi problemi l’uno la fiducia dell’altro, al punto che mi sentii molto sereno a parlargli della mia omosessualità, trovando in lui grande apertura e grande complicità. Gli raccontavo senza vergogna degli incontri che facevo, e con altrettanto piacere ascoltavo le sue confidenze.
Una volta conobbe via chat una ragazza di Milano, più piccola di un anno. Ne rimase affascinato al punto che decise di conoscerla. Affrontammo un viaggio di almeno sedici ore su uno di quegli Intercity con la I maiuscola, uno di quelli prossimi allo sfascio per intenderci. Ma non lo vivemmo come qualcosa di faticoso. Lui era felice, e io per lui. Perché se era per la sua serenità non sembrava un così grosso sacrificio dover trascorrere tre giorni a girare da solo Milano in pieno agosto. Ci ritrovavamo solo la sera in hotel. In quell’occasione lui, pur essendo a conoscenza di ...