Passione negata
Data: 20/12/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Vincep14
... permaloso che non capii più nulla, presi il telefono e gli vomitai addosso tutta la verità. Lui ne rimase sorpreso, ma mi scrisse che per lui non c’era alcun problema, e che mi avrebbe aiutato a superare la cosa.
Un pomeriggio mi invitò a passare da casa sua una volta terminate le lezioni. Finita la giornata in facoltà, mi avviai a piedi verso l’abitazione, che distava poche centinaia di metri dalla città universitaria. Era la prima volta che ci vedevamo dopo la mia inaspettata rivelazione. Una volta arrivato lo trovai a casa in pigiama. Mi disse che il giovedì non aveva lezione. Devo dire che persino in quella tenuta era capace di farmelo diventare duro solo a guardarlo. Nonostante un velo di timidezza, non tardò a tirare fuori l’argomento, buttandola comunque molto sul ridere. Mi chiese di parlargliene, e controbatteva ironizzando e incalzando bonarie prese in giro, che altro non erano che un modo per celare un comprensibile imbarazzo. Fino a quando non mi disse che spesso si era fatta viva in lui la curiosità di provare ad avere un rapporto omosessuale, e che si fidava di me a tal punto che spesso ha pensato di provare quest’esperienza. Tuttavia, dopo aver saputo di quelli che erano i miei sentimenti per lui, disse di essersi ripromesso di non farmi soffrire, abbandonando di conseguenza l’idea perché avrebbe potuto farmi star male. Mentre ero sulla via di casa, tutte queste parole non facevano che rimbombarmi in testa. Inevitabilmente stava crescendo in me l’illusione ...
... che presto avrei potuto fargli il pompino che per un anno non avevo mai smesso di desiderare.
Il week-end immediatamente successivo organizzammo una serata con gli altri nostri ex-compagni che si erano anche loro trasferiti a Roma per gli studi. Mi disse che potevo fermarmi a dormire da lui, dal momento che il suo compagno di stanza sarebbe stato fuori.
Alla fine della piacevole serata, salutati i nostri amici, rientrammo a casa. Non sapevo se essere eccitato o spaventato all’idea che magari dietro quell’invito si potesse nascondere l’idea di finire a fare sesso. D’altronde era da mesi che qualcuno (o meglio qualcuna) non si occupava di fargli svuotare le palle, poiché Martina, la ragazza a cui andava dietro al liceo, lo aveva mollato, e per il momento non sembravano esserci all’orizzonte altre possibili occasioni.
Entrati in camera mi disse che non aveva avuto modo di chiedere al suo compagno di stanza la cortesia di farmi dormire sul suo letto. Così, senza neanche chiedermi se mi andasse bene, disse che ci saremmo arrangiati sul suo letto ad una piazza e mezza, che era comunque effettivamente abbastanza spazioso. Del resto lui era sempre stato un po’ così, sbadato, ed in genere non amava scusarsi o stare appresso a certe formalità. E devo dire che quand’era così burbero a me eccitava il triplo.
Chiuse la porta della stanza. Dopo di che non ci furono grandi conversazioni. Il senso dell’ospitalità non gli era mai appartenuto più di tanto, un po’ per una certa forma ...