1. Notte in treno


    Data: 20/12/2018, Categorie: Etero Autore: Minero

    Finalmente, dopo estenuanti ore di viaggio sono di nuovo a Milano.
    
    Presi il treno appena sette ore fa. Prevedevo di dormire un po'. 61...71... 81! Raggiunsi il mio scompartimento trainando la borsa che effettivamente non era poi così pesante. Aprii la porta scorrevole, tutti i posti erano occupati.
    
    Riosservai la legenda dei posti, per poi alzare il mento verso un africano. «Ei, quello è il mio posto»
    
    L'africano sgomentò la testa in un chiaro segno negativo.
    
    Ti pareva. Tirai fuori il biglietto e glielo porsi; di fronte alla cruda e spietata realtà, Abdul è costretto ad alzarsi, chiedere scusa e andarsene. Entrai. Silenzio tombale. Non sono mai stato un gran improvvisatore, poggiai il bagaglio fra le grate di ferro sopra i sedili, mi sedetti e accennai un 'buona sera', cominciando a toccarmi le tempie. Il preludio di un buon sonno. Mi trovo in compagnia di una signora uscita da anni dal mercato della gente interessante, di una signora sulla quarantina e di una bella donna.
    
    C'è anche un ragazzino che, come tutti i ragazzini, ascoltano strana musica a palla su quegli ipod
    
    costosissimi.
    
    Fortunatamente però, il ragazzino rompe il ghiaccio, spiegandomi in che maniera spavalda Abdul è entrato e si è seduto al mio posto.
    
    Niente di meglio. Forzo una risata. «Eh guarda, da quando prendo questo treno ho visto le cose
    
    peggiori.» La signora alla mia sinistra annuisce con un sorriso; la guardo meglio; non male. Converso un po', niente di che; il ragazzino, la ...
    ... ragazza e la signorona sembrano addormentarsi a pochi secondi di differenza, lasciandomi in un gioco di sguardi con la donna affianco a me.
    
    Mi sorride, presentandosi.
    
    Emanuela.
    
    Si alza, levandosi il golfino che le teneva caldo fino a quel momento, mostrando delle braccia niente male. Le braccia – che sono la prima cosa che guardo in qualunque persona – sono davvero
    
    in forma: niente grasso, niente peli, chiare. Se sono così vuol dire che il fisico tutto sommato, anche se coperto da un'abbondante camicia, è buono. Continuiamo a conversare del più e del meno per almeno un quarto d’ora, il treno si ferma e poi riparte, ci aspettano molte ore di viaggio.
    
    Socchiudo gli occhi e mi sembra un'eternità. Sento qualcosa premermi sui pantaloni e vedo uno strano roditore dagli occhi di uomo grattarmi sulla gamba, lo guardo e mi guarda, sussurrandomi
    
    in napoletano: “Che vuoi?”.
    
    La pressione è più forte, scosto la testa, apro gli occhi e mi sveglio, vedendo Emanuela che mi picchietta dolcemente. La guardo, mi guarda, e con lo stesso fare del topo, le sussurro “Che vuoi?”.
    
    Lei mi guarda, e sorride. Schiocca le dita creando un rumore secco, pesante, morto. Punta il dito contro gli altri, nessuno si sveglia, in realtà non si muovono neanche.
    
    Il treno con le sue vibrazioni ci cullava tutti. Tornai a dormire. Ma la signora sui quaranta continuava a picchiettare, mi girai mezzo incazzato: “Cosa c'è?” Il tono aggressivo era sicuramente ingiustificato, non so se qualcuno ha ...
«1234»