Serate d'estate fra sogni e realtà
Data: 21/12/2018,
Categorie:
Lesbo
Autore: Mirosa, Fonte: Annunci69
Serare d’estate fra sogni e realtà
Mi sono diplomata da poco e questa estate voglio proprio divertirmi; i ragazzi e le ragazze che ho incontrato questa mattina sulla spiaggia formano una compagnia che mi sembra ok, mi ci sono inglobata e subito una di loro, con due tette da urlo, m’invita per la sera stessa a una festa privata, che si terrà nella sua villa.
Voglio farmi vedere in forma, perciò alle quattro del pomeriggio saluto tutti e torno nella casa che mio padre ha affittato per ospitare la sua nuova compagna, la timida Sonia, alla quale chiedo il favore di svegliarmi per le nove di sera. Mi spoglio nuda, lei arrossisce, poi mi butto sul letto, cullata dal ronzio delle pale del vecchio ventilatore che pende dal soffitto.
Cammino nel fresco della notte imminente e nonostante l’invito m’intrufolo di soppiatto nella villetta unifamiliare, passando dalla porta sul retro; spio il bailamme e come avevo paventato vedo circolare roba strana. Mi ero sbagliata sul loro conto, è una brigata di scemi, peccato, poiché al mare avevo carpito una tacita promessa a un paio di pulzelle non male, che però vedo fra le prime a darci dentro con alcol, pastiglie e canne. Che idiote, non sanno cosa si sono perse.
Per far passare il tempo, dato che me la sono tirata dicendo che avrei fatto le ore piccole, quindi non posso rincasare troppo presto, salgo al piano superiore in cerca di una tana dove far arrivare almeno le tre. Entro in una stanza, la più lontana possibile dalla baraonda, ...
... noto un divano con sopra del movimento di membra nude e così per non creare fastidio, mi siedo in una quelle orrende poltrone da relax, davanti alla TV accesa, che immagino serva a coprire il suono dei gemiti che mi giungono affievoliti. Chiudo gli occhi e la mia mente spazia, saltabeccando fra realtà e finzione, cose fatte o desiderate, in quel mio particolar mondo che mi son creata da sempre, che chiamo “psicolesbosex”. Ho sempre rifiutate le etichette tipo lesbica, etero sessuale ecc, l’unica cosa sicura è che non rifiuto mai una goduta e addirittura riesco a procurarmela senza masturbarmi; mi basta concentrarmi, serrare le cosce e contrarre ritmicamente lo sfintere. Se poi ho una donna di fronte riesco a trasmetterle un messaggio telepatico che fa arrossire le più timide, ma che spinge le più ardite a prendere l’iniziativa; un gabinetto c’è in quasi tutti gli ambienti, la tipa sveglia vi si reca, io la seguo. In piedi sulla tazza, la vagina è a portata di lingua, prima ci sale l’una, poi l’altra e alla fine usciamo tenendoci per mano incuranti degli altrui sguardi di invidiosa disapprovazione.
Rivedo la cinquantenne preside dell’istituto tecnico, che ha pianto quando mi sono diplomata, se avesse potuto mi avrebbe fatto addirittura bocciare all’esami di maturità, per godere ancora per un anno con me:
«Alda ma cosa mi fai fare…» Mi diceva mentre le divoravo il clitoride. La prima volta che era successo aveva dovuto armeggiare non poco coi pantaloni, prima di offrirmi ...