1. Le Jenaise (atto 1-5)


    Data: 03/10/2017, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Vanj B.

    ... presi un foglio di carta e iniziai a scrivere e a masturbarmi nello stesso tempo e scrissi la dichiarazione che lui voleva. Non credevo ancora alla sua proposta, stavo per stracciare quel foglio quando mia sorella entrò nella stanza, lo misi in mezzo ad uno dei miei quaderni scolastici. Ricordi, l'ultima volta che c’incontrammo?, per me era la terza domenica senza di lui, ero molto agitata e tu t’accorgesti e mi domandasti il motivo. Ti risposi che mi piaceva un ragazzo che usciva con un'altra "ora sai che era una bugia, scusa". La quarta settimana fu un tormento, continuavo a pensare a lui e alla sua proposta, ai miei genitori e ai miei fratelli, a cosa sarebbe successo se me ne fossi andata da casa, pensavo che dopotutto ero maggiorenne "anche se da poco" e che non avrei più rivisto Lorenzo. Pensavo a come sarebbe stata la mia vita futura al lavoro che avrei fatto, se l'avrei trovato in quel paesino sperduto o quasi, pensavo pensavo e ripensavo. Giunse la domenica, ho avuto un litigio con mia sorella "uno dei tanti" e mio padre come punizione mi proibì di andare in discoteca, così mi sono rifugiata in camera e accesi la radio. Di colpo mi sono ricordata della lettera che avevo scritto la settimana prima, l'ho presa e l'ho messa in tasca, poi ho cercato una minigonna che comprai due anni prima, non l'avevo mai indossata per paura dei miei genitori, l'ho piegata e me la nascosi addosso "portavo i jeans". Sentivo mio padre e mia madre che parlavano in cucina, ho aspettato ...
    ... il momento più opportuno per uscire. Mia madre mi vide e, naturalmente, mi chiese dove andavo, le dissi che venivo a casa tua "dovresti saperlo". M’incamminai velocemente verso il luogo dell'appuntamento con le gambe che mi tremavano, pensavo "sei pazza" ma non mi fermavo. Mi fermai cento metri prima e senza farmi notare ho visto che Lorenzo era lì che m’aspettava appoggiato ad una grossa auto “di suo padre”, di solito veniva con la sua “una fuoristrada”. Mi girai intorno per vedere se qualche persona mi stava osservando, poi con passo veloce mi sono nascosta dietro un cespuglio "vicino al torrente". Mi sono tolta il reggiseno "sopra avevo la maglietta", poi m’abbassai e velocemente mi sono tolta i pantaloni le calze e le mutande, m’infilai la minigonna, ho preso la lettera il cellulare e la mia carta d'identità "dovevo tenerli in mano perché non avevo tasche". Quando mi rialzai m’accorsi che la gonna era troppo corta "arrivava poco sotto il sedere" allora decisi di rimettermi i jeans ma ho sentito un rumore e dallo spavento li ho fatti cadere nel canale. Sono tornata in strada e m’incamminai velocemente verso la macchina. Quei cento metri mi sembravano cento chilometri, mentre camminavo mi superarono due o tre auto e io giravo la testa per non farmi vedere, mi sentivo come una puttana. Vedendomi arrivare così "poco" vestita, Lorenzo rimase a bocca aperta senza dire una parola "credo fosse molto eccitato", lo superai e salii in auto dicendogli: "andiamo via andiamo via". Lui ...
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