1. Le Jenaise (atto 1-5)


    Data: 03/10/2017, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Vanj B.

    ... partì e, per almeno dieci minuti, non disse altro che: sei bellissima, sei bellissima. Dopo qualche chilometro si fermò su un piazzaletto deserto sul ciglio della strada e disse: vedo che hai accettato la mia proposta. In quel momento m’accorsi che stando seduta in auto, la minigonna si era ritirata ulteriormente e, praticamente si vedeva "tutto". E adesso?, gli ho chiesto. Leggimi la dichiarazione che hai scritto mi rispose. Appoggiai il telefono sul cruscotto e aprii il foglio "tutto sciupato" che tenevo ancora in mano e lessi. Io Angela Casarano dichiaro che, da oggi "due settimane prima" metto il mio amore e il mio corpo a disposizione di Lorenzo che potrà disporne come vorrà. Potrà fare l'amore su tutto il mio corpo, nel luogo e nel momento che vorrà, potrà anche farmi indossare gli abiti che preferisce. Lui prende il foglio e controlla se l'ho firmato, lo piega e lo mette nel portafoglio "era vestito elegantissimo come se andasse ad un matrimonio". Tutto mi sembrava un gioco, mi da un bacio e dice: sei sicura di fare la cosa giusta?. Io pensai: non posso tornare a casa vestita cosi mio padre m’ammazzerebbe, "ma in realtà quest’avventura mi eccitava molto e questo pensiero era solo una giustificazione" e risposi .Si. Lorenzo imboccò l'autostrada in direzione Milano, gli ho chiesto dove mi portava e rispose che era una sorpresa, poi gli dissi che avrei voluto telefonare a casa per avvisare i miei genitori "sicuramente preoccupati". Raccontai a mia madre che avevo ...
    ... trovato un lavoro in un grande albergo di lusso, che ero in viaggio perché il giorno dopo avrei fatto una “prova”, che sarei tornata per la sera e che non avevo il coraggio di dirglielo perché era piuttosto lontano e che, sapendo del suo desiderio di vedrmi iscritta all’università non mi avrebbe permesso di andarci e che l'avrei chiamata il giorno dopo per dagli informazioni più dettagliate "questo dovresti saperlo". Ci fermammo ad un autogrill che era già buio per mangiare qualcosa e sgranchire le gambe ma non volevo scendere dall’auto vestita in quel modo. Con un tono di voce di chi è deluso mi disse: m’hai appena consegnato le tua dichiarazione e già ti sei dimenticata il motivo, se non scendi sappi che appena torno ti riporterò subito a casa. Hai ragione scusa, gli dico scendendo dall’auto dammi un po’ di tempo per abituarmi. Non devi preoccuparti di nulla, mi rispose, perché ci sono io con te. Lo presi “sottobraccio” e c’incamminammo verso il ristorante, cercavo di rimanere dritta perché se solo mi fossi abbassata anche leggermente si sarebbe capito che non avevo nulla sotto la gonna. All’ingresso mi sono sentita molto imbarazzata, non c’erano molte persone ma capivo d’avere tutti gli occhi addosso, anche perché dalla maglietta che indossavo traspariva chiaramente il mio seno e i capezzoli sembravano quasi d’averla bucata ed essere pronti ad uscirne fuori. Ci dirigiamo ad un tavolo in fondo alla sala e mi fa sedere con la schiena rivolta ad essa, così vedevo solo lui e nessun ...
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