1. Il Primario


    Data: 03/10/2017, Categorie: Etero Autore: valestra83, Fonte: EroticiRacconti

    ... Ho un impegno inderogabile al quale non posso proprio mancare. - Che cosa devi fare? Che faccio? Mento? Devo andare ad aiutare le donne a partorire in Africa? No, la verità, solo la verità. - Sono la testimone di nozze ad un matrimonio la settimana prossima. - E tu vorresti ferie per questa sciocchezza? Pazienza, porta pazienza Elisa... - Sì professore, è molto importante. Sta in silenzio e continua a guardarmi. E' la prima volta che mi sento insicura dentro la mia divisa, a disagio negli abiti che calzo meglio e più spesso. Lui è ancora vestito come per l'intervento, con la sua divisa blu scuro. Ha deciso che per distinguersi da noi poveri mortali, sarà l'unico a poter indossare quel colore. - Sai, mi sembra uno spreco darti dei giorni di ferie per una cosa del genere. Abbiamo bisogno di forza lavoro qua, mi sembra un insulto al lavoro che ti ho così gentilmente dato, fregartene. Vuole che lo preghi? Ebbene, lo farò. - La prego, professore, è molto importante per me. Se necessario al mio rientro farò la tripla notte, straordinario e pronto soccorso tutte le volte che servirà. - Ah, bene bene... - dice, accarezzandosi il mento. - Non ti avevo mai sentita così remissiva. - Per favore... Una strana espressione si dipinge sul suo volto, mi fissa intensamente dalla testa ai piedi, mi sento terribilmente a disagio e d’istinto abbasso lo sguardo, non riesco a reggere il suo. - Togli la blusa. Il mondo si ferma. Non avverto più le lancette del suo orologio sulla parete, né i ...
    ... battiti del mio cuore, né il mio respiro. Realizzo la sua frase e strabuzzo gli occhi mentre fisso ancora il pavimento. Silenzio. Schiudo le labbra e sospiro pesantemente. Sollevo il viso e lo guardo come se gli fosse spuntata una nuova testa. E' come se avessi le braccia paralizzate e cerco disperatamente di ricordare che reggiseno ho indossato oggi, prima di uscire di casa. - C-cosa...? - Hai sentito benissimo – incalza perentorio. - Ma… - lecco le labbra, non riesco ad articolare le parole - P-perché? - Non c’è un motivo – scandisce le parole in modo così mellifluo come se mi stesse chiedendo la cosa più normale di questo mondo. Sono completamente disorientata! Perché questa richiesta? Perché proprio io? E’ una cosa che fa anche con altre oppure ha deciso d’infierire solo su di me perché mi vede così vulnerabile? Provo a ripetere la sua richiesta come se volessi stupidamente convincermi del contrario. - Devo…devo togliermi la blusa? - Ma sei sorda? Non voglio ripetertelo, ragazzina. Vai davanti alla vetrata e togliti quella divisa. - Da-davanti l-la vetrata? - Sì! – sorride e mi canzona – Hai qualche problema all’apparato uditivo, Elisa? -Ma...e se…e se mi vedono? – provo ad accennare una protesta ma so già che è velleitaria. - Ti vuoi muovere?! – ribatte scocciato. Con passo tremante mi avvicino a quella parete di vetro e con dita malferme inizio a sfilare la blusa. Mi sento goffa e impacciata. Non rimmento neanche cosa abbia indossato oggi prima di recarmi in ospedale. ...
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