Lei
Data: 28/12/2018,
Categorie:
Etero
Autore: Zindo
Sapevo che la festa alla quale ero stato invitato tutto sarebbe stato ricercato, elegante, raffinato, in una parola “noioso”. Per questo ci andai controvoglia. Se avessi potuto l'avrei evitato.
Purtroppo a volte, per ragioni varie, ci si sente obbligati a partecipare ad alcuni eventi, come io alla festa in argomento. Ci andai perché per me sarebbe stato più complicato e faticoso giustificare la non partecipazione che vincere la mia ritrosia.
Contavo di farmi vedere da chi mi aveva invitato, che sapevo tener molto alla mia presenza, e poi svignarmela dopo un po' di tempo, con una scusa da scegliere tra le tre o quattro che già avevo in mente.
All'inizio della festa stavo scambiando qualche parola con altri ospiti di mia conoscenza, nel grande salone che si andava gradualmente affollando di persone per lo più a me sconosciute. C'erano però anche altri che conoscevo direttamente o di fama.
Credo che stessimo parlando proprio di uno di questi personaggi presenti ma da noi conosciuti per fama e non personalmente, quando percepii d'istinto qualcosa di strano, di piacevole, di bello.
Poi successe qualcosa che fece diventare quella festa che stavo più subendo che vivendo, qualcosa di meraviglioso, di indimenticabile.
Non avevo ancora visto nulla, la sensazione l'ho avvertita prima di vedere. Era stata una sensazione indefinibile, forte ed improvvisa, a farmi girare, non solo il capo ma con tutto il corpo, verso la porta d'ingresso.
Fu allora che la vidi per la ...
... prima volta. Era “Lei”. Non era necessario per me sapere chi fosse, che nome avesse, a che titolo fosse presente, mi interessava e mi riempiva di gioia il fatto che lei ci fosse: la festa era lei per me. Lei che non conoscevo, lei della quale non mi interessò chiedere ad alcuno chi fosse, lei che mi rapì con il suo fascino.
Non era esattamente una gran bellezza, non secondo i canoni usualmente adoperati per definire bella una donna, ma era donna, e che donna, che femmina! Sprigionava da tutti i pori il suo fascino, il suo sex-appeal, il suo charme, il suo glamour, il suo encanto e...io non so come si dice “fascino” in tutte le altre lingue del mondo, ma lei sapeva sprigionarlo in un linguaggio universale.
Lei che, tra una folla di invitati, nel momento in cui la guardai stava già guardando me.
Eravamo lontani, c'erano altre persone tra noi due, eppure passando sopra le spalle e tra le teste degli altri invitati, il mio ed il suo sguardo si incrociarono e in quel momento capii che ci eravamo capiti.
A me lei piaceva e lei questo lo aveva già capito; anch'io fui certo di piacerle.
Fu solo un istante, ma ci sono istanti che valgono quanto l'eternità, durante i quali succedono cose immense che avrebbero bisogno di grandi tempi e particolari spazi per accadere, invece succedono in un attimo, in quel particolare attimo che ha il sapore dell'eternità.
Subito dopo uno dei miei amici, con i quali stavo parlando, mi chiese se sapevo chi fosse “quella li”.
Mi sentii ...