Lei
Data: 28/12/2018,
Categorie:
Etero
Autore: Zindo
... offeso io per il fatto che avesse chiamato “quella li” la mia “Lei”. Non solo!
Ho anche dubitato che il destinatario dello sguardo che mi aveva scombussolato fosse stato veramente destinato a me, e provai qualcosa di molto simile alla gelosia.
Volli sincerarmi e tornai a cercare la mia “Lei” con la sguardo.
Nonostante il salone fosse ormai affollato e lei si fosse già spostata altrove, trovai immediatamente la sua postazione: stava salutando gli organizzatori della festa. Anche se sembrava che stesse ascoltando le parole che questi le stavano dicendo, il suo sguardo incrociò di nuovo il mio.
Con i misteriosi linguaggi della telepatia ci parlammo di nuovo, da lontano, senza conoscerci, senza parole dette,per attrazione fatale.
Il suo sguardo lo assimilerei a quello di uno spacciatore che ha appena ricevuto la “roba” da smerciare ed ha anche adocchiato il “tossico” in cerca della merce che ha da offrire.
Probabilmente il mio sguardo era simile a quello del “tossico” che intende dire “A me, a me, ti pago qualsiasi prezzo, ma riforniscimi subito”
Infatti dal suo sguardo mi è parso di capire qualcosa come “So cosa cerchi e ce l'ho. Chiedimela e l'avrai” ma anche “Attento a non farti notare però. Ci sono poliziotti in giro. Aspetta il momento giusto o non se ne fa niente”
Evidentemente colui che parlando con me l'aveva chiamata “Quella li” aveva anche lui capito che “Lei” aveva qualcosa da dare, qualcosa che anche lui come me anelava, ma non aveva ...
... captato come me anche la seconda parte del messaggio e, incautamente, lasciò il nostro gruppo per andare verso lei, per precedermi, per soffiarmela. Per un attimo soltanto fui di nuovo geloso ma mi bastò vedere il modo e la rapidità con cui “Lei” era sfuggita all'assalto per rassicurarmi: lei mirava me. Si era mossa tra le persone come lepre che zigzagando rende vana la mira del cacciatore, trovandosi in un baleno fuori traiettoria per sfuggire ripetutamente al pur insistente mio rivale, rendendolo ridicolo ai miei occhi. Godetti non poco, per vana gloria, quando vidi lui arrossire, muoversi impacciato, consapevole di essere stato rifiutato prima ancora di proporsi.
Non lo avevo eliminato io dalla competizione, si era fatto fuori da solo. Del resto non è che io avessi già vinto la gara, non ero neanche entrato in gioco, avevo solo capito qualcosa in più.
Avevo capito perché si dice che le donne appartengono al sesso debole: perché a differenza degli uomini ai quali si annebbia la mente quando sono stimolati sessualmente, le donne sanno restare lucide finché vogliono loro. Gli uomini hanno il sesso più forte di loro e si lasciano sopraffare da esso, al contrario le donne sono psicologicamente più forti e riescono a tenere a bada gli stimoli sessuali, se vogliono, ecco perché sono “di mente forte e di sesso debole”.
Come la “Lei” distrusse telepaticamente il mio amico-rivale-avversario, così sembrò che volesse mettere me sul podio del vincitore, regalandomi insieme sia un ...