La Coinquilina cap.8
Data: 03/01/2019,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Autore: Saretta
... quindicina di giorni che non sapeva niente di lei e non aveva neanche avuto altre avventure, anche perché il lavoro lo aveva assorbito parecchio. Gustavo si alzò dal letto con un terribile mal di testa e pensò subito di mangiare qualcosa per poter prendere un analgesico. Guardò l’orologio, era quasi ora di pranzo e pensò che forse sarebbe stato meglio cucinare subito un bel piatto di pasta. Solo dopo aver pensato all’esigenza imminente, cioè il cibo, si ricordò di quello che era successo la sera prima. Rivide Sara oscena muoversi nell’enoteca, il suo collega molestarla, rivide con una punta di orgoglio il pugno sferrato a quell’insolente e con due dita si sfiorò le labbra. Non si era dimenticato di quel bacio. Era stato affettuoso e quasi innocente. L’innocenza era qualcosa che mal congegnava con la sua coinquilina. Forse proprio per quello lo aveva destabilizzato. La destabilizzazione con quella donna era all’ordine del giorno, non c’era momento in cui non fosse colto da sentimenti contrastanti, dal nervosismo all’eccitazione, dalla disapprovazione al desiderio più sfrenato. Si diresse in cucina e trovò un post-it sul frigorifero. “Vado a casa dei miei questi due giorni, torno lunedì mattina presto per andare direttamente in ufficio”. Sara non gliene aveva parlato. Probabilmente era una scelta che aveva maturato durante la notte. La sua famiglia viveva a 150 km, una distanza sostenibile da poter colmare anche all’ultimo momento senza particolare organizzazione. Gustavo fu ...
... un po' inquietato dal non poter verificare la sua reazione dopo i fatti della sera precedente, poi realizzò che il giorno dopo sarebbe venuto Ivan e si sentì stranamente sollevato. Sulla carrozza numero quattro di quell’Intercity, due soldati dell’esercito stavano controllando i documenti di alcuni passeggeri in maniera aleatoria. Arrivati al posto 58, furono catturati dalla presenza di una donna sulla trentina. Indossava un vestito di lana grigio annodato in vita da una cinta come se fosse una vestaglia o un accappatoio. Le spalle erano quasi totalmente scoperte e non si intravedevano tracce di reggiseno o canottiere. La lunghezza dell’abito non superava i due quarti delle cosce che non erano avvolte da collant ma da parigine fin sopra il ginocchio. I due militari si avvicinarono, complici dello sguardo che si erano appena scambiati vedendo quella donna. “Documenti signorina” Sara li guardò e si tolse le cuffie con le quali stava ascoltando una delle sue playlist di Spotify. “Come scusate?” “Documenti, stiamo facendo controlli a campione” Sara, con fare piuttosto annoiato, si alzò in piedi per prendere la borsa che era appoggiata sul portapacchi sopra il suo sedile. La appoggiò e si chinò su di essa per frugarvi dentro alla ricerca della carta d’identità. I militari, dalla loro posizione laterale, poterono osservare il suo vestito distaccarsi pericolosamente dal suo petto, facendo vedere un'abbondante porzione del seno sinistro di Sara. Tuttavia, i movimenti sussultori del ...