1. La Coinquilina cap.8


    Data: 03/01/2019, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: Saretta

    ... convoglio e la posizione poco stabile la convinsero a cambiare posizione, facendola sedere di sbieco sul sedile. La sua posizione, con una gamba accovacciata sul sedile e l'altra a perpendicolo, fece aprire pericolosamente il suo vestito fino al pube, che fece capolino tra i lembi della lana. Finalmente Sara trovò il suo documento e lo porse a uno dei due, che era rimasto ipnotizzato da quella visione quasi onirica. Dopo poco si sentì sgomitare dal braccio del collega che lo fece ritornare alla realtà e richiamandolo all'ordine. Sara aveva lo sguardo distratto, rivolto verso il finestrino. Una delle sue mani era stata inghiottita dalle sue cosce quasi all’altezza del suo sesso. Nonostante la lana abbastanza spessa di cui era fatto il suo vestito, si potevano intravedere i suoi capezzoli eretti puntare verso i due agenti. La sua mano era ferma fra le sue gambe, era evidente che non si stesse toccando ma quel movimento istintivo e malizioso era riuscito ad eccitare ulteriormente i due ragazzi, i quali si guardarono prima di restituire i documenti. “Registriamo il controllo e le ridiamo subito la carta d’identità” “Certo, fate pure”. Non ce ne era alcun bisogno, ma era l’unica escamotage per rimanere ad osservare Sara qualche minuto in più e lei non deluse le loro aspettative. Si alzò, sciolse il nodo della cintura per risistemarlo meglio e più stretto. Per una piccolissima frazione di secondo la pelle del suo busto prosperoso fece capolino e poi scomparve di nuovo sotto le ...
    ... maglie di quel vestito. Dopo si sedette ed accavallò le gambe lasciando una delle cosce quasi totalmente scoperta. Per i militari poteva bastare così. “Ecco a lei….grazie per la collaborazione” “Di niente, dovere” Sara li guardò entrambi negli occhi e vide i loro sguardi increduli. Si eccitò e sentì bagnarsi il suo interno cosce. Uno dei due militari, oramai allontanatosi, prese il suo smartphone e scrisse un whatsapp alla sua fidanzata “Ho voglia di leccarti”. Gustavo passò quel sabato a cerare di smaltire il trambusto emotivo che gli frullava in testa. Andò a fare la spesa e passò diverso tempo al telefono con un paio di amici. La serata si concluse senza troppi colpi di scena guardando l’anticipo di serie A. Si addormentò sul divano al settantacinquesimo del secondo tempo quando le due squadre erano ancora sullo 0-0. Riuscì a svegliarsi solo a causa di una dichiarazione sopra le righe di uno dei due allenatori che, intervistato nel dopo partita, recriminava ad alta voce un rigore non dato. Si spostò in camera sua e nel dormiveglia pensò ancora a lei. Voleva scriverle un messaggio per sapere se fosse andato bene il viaggio, ma gli parse inopportuno e alquanto sdolcinato. Spense telefono e luce e si lasciò pervadere da un sonno profondo. Si alzò alle 9 in punto, senza bisogno di sveglie. Non ci pensò due volte e si preparò per andare a correre. La giornata era fredda ma soleggiata e non voleva perdere l’occasione di fare un po’ di sport e liberare tutte le sue energie e tensioni ...
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