1. Si, era proprio il meccanico che cercava.


    Data: 04/01/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: RedTales

    ... tutti due darlo che metterlo… così lo facciamo solo ogni tanto ma… non come piace a noi. Ma Giulio mi ha detto tante belle cose di te e così...”
    
    “E così sei venuto a vedere se è tutto vero. Giusto?”
    
    Balbettò una specie di si
    
    “Dai, andiamo in ufficio. Sai che con questa sorpresa mi hai fatto venire voglia? Ti va adesso?”
    
    Rimase ancora più spiazzato anche se Giulio lo aveva avvisato che era uno che scopava anche più volte al giorno e che gli tirava tanto e pure a lungo. In fondo era andato li proprio per quello anche se non aveva messo a fuoco che quel tipo potesse essere tanto veloce nel proporglielo. Almeno non dopo averlo conosciuto da pochi minuti. Ma l’idea lo stava eccitando e disse un altro si.
    
    “Raffa! Sono impegnato. Se viene qualcuno digli di tornare.”
    
    Il ragazzo fece un cenno del capo e loro entrarono nell’ufficio. Era ampio, ordinato con alcune moto ad arredarlo. L’uomo chiuse le tapparelle della porta a vetri e gli intimò di spogliarsi.
    
    “Voglio vederti tutto nudo, fino ai piedi. Sai per scoparmelo uno mi deve piacere.”
    
    “Wow! Come corri! Non...”
    
    Lo interruppe subito: “senti, inutile girarci intorno. Sei amico di Giulio e quello ha solo voglia di cazzo, dici di voler modificare la moto ma non hai nemmeno un’idea, hai visto il muro e ti è piaciuto… Non dirmi che sei qui per l’officina. Giulio ti ha detto come scopo e hai voglia. Ti pare?”
    
    Restò senza parole. Con due frasi aveva indovinato tutto. Per un istante pensò di lasciar perdere ma ...
    ... poi quell’ultima frase: “adesso, o ci mettiamo al tavolo e ti faccio uno schizzo della moto o ti spogli e forse più tardi ti faccio un altro tipo di schizzo.” E rise.
    
    Lo colpì il modo così diretto e brutale e decise di spogliarsi immediatamente. In fondo lo aveva fatto tante volte e, sapendo di aver un gran bel corpo, ci riuscì con disinvoltura e quasi con orgoglio, ripetendosi che poi il motivo per cui era li era proprio quello.
    
    Ci mise poco e tutti gli indumenti si ritrovarono ammucchiati sulla sedia.
    
    “Dai, sali su” aggiunse indicandogli la scrivania. Ci si sedette sopra e poi si alzò in piedi li sopra con Umberto che cominciò ad “esaminarlo” girandogli intorno ma restandosene a mezzo metro da lui. Infine allungò una mano su una gamba e, lentamente, la fece risalire fino al fondo schiena prima di stringerla con forza sulle chiappe.
    
    “Mi piacciono i culetti piccoli. Il tuo è proprio piccino ma bello sodo.”
    
    Lasciata la presa si spostò sul pacco serrandolo nel pugno e facendo trasalire il povero Gino che non si aspettava una strizzata di palle.
    
    “Sai, mi piaci anche li. Hai così poco pelo che sembra quasi che ti depili anche se non lo fai. E poi è così morbido...”
    
    L’ultima attenzione la dedicò al pisello che afferrò con due dita e stuzzicò finché non lo sentì indurirsi.
    
    “Basta poco per fartelo venir su. Adesso girati, da bravo, e piegati a novanta. Voglio vederti bene il buco.”
    
    E, mentre pensò che quell’uomo non aveva mezze misure e andava sempre deciso ...
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