1. Si, era proprio il meccanico che cercava.


    Data: 04/01/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: RedTales

    ... al bersaglio, si piegò in avanti.
    
    Vista la posizione rialzata Umberto si ritrovò il buchetto proprio all’altezza del viso. Appoggiò le grandi mani sulle chiappe e, allargandole con decisione, cominciò ad aprirlo cercando di deformarlo e continuando ad esercitare pressione in tutte le direzioni. Dopo, cercando di tenere il solco largo con una sola mano, ci passò sopra un dito facendolo scorrere dal basso verso l’alto più volte e, per facilitarsi, ci sputò pure sopra. Dedicò un giusto tempo a quella esplorazione, notando anche come quell’intimo massaggio facesse fremere il suo giovane amico, prima di infilare nel pertugio un’intera falange dell’indice. Non trovando la minima resistenza si spinse completamente dentro iniziando anche a roteare il dito prima di spingerlo diverse volte dentro e fuori e, una volta tolto lo osservò.
    
    “Pulito! Sei tutto pulito. Quindi ti sei lavato prima di venire qui. E bravo il porcellino che aveva già un’ideuzza di farsi scopare e si era preparato il culetto.”
    
    Per un attimo Gino pensò di negare ma immediatamente capì che era meglio non dire nulla perché era andata proprio così e quel volpone lo aveva capito. In quel momenti si rese conto di essere alla sua mercé e di non potersi nascondere.
    
    Provò a rialzarsi ma sgarbatamente gli ordinò di restare fermo così e contemporaneamente gli slargò con forza i glutei e cominciò a passare la lingua nel solco partendo dal basso, proprio dall’attaccatura delle palle. Già il primo passaggio lo fece ...
    ... sobbalzare.
    
    “Cazzo se ci sa fare.” pensò gustandosi quanto gli stava facendo. Continuò ad umettare l’intero percorso prima di soffermarsi nell’area tutto attorno all’ano per poi infilarsi, il più infondo possibile, al suo interno. E Gino non ce la fece, iniziando a mugolare per il piacere che gli stava dando. Quindo la lingua si ritrasse sentì qualcosa di freddo scorrere li intorno prima di essere di nuovo slargato e poi di percepire perfettamente il richiudersi dello sfintere attorno a qualcosa che in gran parte gli era rimasto dentro.
    
    “Tienilo li, non farlo uscire, guai a te. Adesso tirati su e scendi, ma non farlo uscire.”
    
    Lo fece e, poiché provò a toccarsi dietro, gli disse subito che gli aveva piantato dentro un bell’ovetto di ceramica. “Così ti apre un po’ di più mentre mi attendi.”
    
    “In che senso?”
    
    “Nel senso che non ti aspettavo e adesso devo finire un po’ di cose ma appena finisco ti scopo.”
    
    Chiarissimo, pensò e aggiunse: “e io… adesso...”
    
    “Tu adesso ti siedi e mi aspetti. Ti guardi un po’ di foto e magari ti viene anche un’idea per la moto.”
    
    Gli diede due raccoglitori zeppi di immagini, gli ricordò di restare li e di: “non farti uscire l’ovetto, capito?”
    
    Fece di si con la testa e lo vide uscire dalla stanza e quindi lo sentì parlare con il ragazzo.
    
    “Se li sento magari anche lui prima ci ha sentiti.” si disse fra se ma la cosa non gli importò più di tanto. Ascoltò per alcuni minuti quanto si dicevano poi non resistette alla curiosità e, ...
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