1. Carezze pericolose


    Data: 05/01/2019, Categorie: Etero Autore: oruam

    Avevo sempre notato lo sguardo acceso di Dina e le sue battute sulle donne che mi sarebbero ronzate attorno, e questo avveniva anche in presenza del mio amico Andrea e di Cinzia.
    
    Sarebbe irrilevante se non fosse che Andrea è il marito di Dina e Cinzia la mia fidanzata. Tra noi s'era creata una complice amicizia fatta di ammiccamenti e battute enigmatiche ed essenziali quanto ridicole.
    
    Non c'era nulla di male, anche se Cinzia, un po' mostrava fastidio.
    
    Io sorridevo e un po' ero compiaciuto anche quando palesemente Dina mi guardava il pacco e si leccava le labbra dicendo: «Chissà quante!» per poi sorridere.
    
    Era disinibita tanto da riportare alla mente il proverbio: «Can che abbaia non morde».
    
    Ora la piazzetta è piena di gente e ci sentiamo per telefono per incontrarci al chioschetto a bere un aperitivo per aprire la serata che continuerà con la cena in pizzeria, in compagnia di altri amici.
    
    Lei si siede al mio lato e continua ad accarezzarsi le cosce fino a disegnare l'inguine ammiccando con un sorriso tra il complice e il provocatorio. Con le cosce accavallate muove il suo piede picchiandolo ritmicamente e leggermente sotto la mia coscia. Gioca con una lunga collana sfiorandosi le tette.
    
    Sono combattuto perché Andrea è un mio amico, ma la provocazione è notevole e il mio cazzo, ignaro delle implicazioni d'affetto, reagisce agli stimoli che giungono incontrovertibili.
    
    Cinzia mi dice sempre che mi adora vedermi coi pantaloni attillati perché le piacciono ...
    ... il mio culo e le cosce, ma in questo caso non sono stati un fedele alleato essendo che il cazzo duro si nota e fatico a nasconderlo.
    
    Dina ovviamente sorride guardandomi di lato.
    
    Via, si va. Andiamo a cena e tutto scorre tranquillo fino a quando mi sento strusciare la gamba con un piede e di fronte lei che mi guarda accennando a un sorriso. Non ci sono purtroppo margini per appartarci, anche per qualche istante. Saremmo marcati più che Maradona e Zico da Gentile nel mondiale di Spagna '82.
    
    Dopo le birre di rito si passa ai cicchetti tra risate e battute varie sino ad arrivare al momento del conto. Tra saluti e risate ci accompagniamo fuori e prima di infilarci ciascuno nella propria macchina, Dina dice: «Dai raga', già a dormire? Che palle! Ora che incominciavamo a divertirci, dai andiamo a casetta nostra! Dai Andrea diglielo anche tu» e mi si mette sottobraccio stringendomi. Anche Andrea, divertito, insiste e così ci rechiamo a casa loro.
    
    Eccoci arrivati: «Auguri!» fu il mio saluto al mio primo ingresso a casa di questi amici a cui consegniamo le giacche per poi invitarci a sedere.
    
    Sul divano a tre posti io capito al centro tra le due donne e Andrea si accomoda sulla sedia posta difronte a noi. Dina è un po' alticcia. Anche Cinzia a dire il vero. Noi maschietti un po' meno anche se sento una certa eccitazione addosso che, solitamente, l'alcool mi provoca.
    
    Dina per ogni battuta si dimena ridendo fragorosamente e ponendo le mani sulle mie cosce approfitta per ...
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