1. Carezze pericolose


    Data: 05/01/2019, Categorie: Etero Autore: oruam

    ... rivestiamo. Cinzia mi dice: «Ma cosa avevi? Mi stavi sfondando per davvero!». Non sapendo che dirle le faccio una carezza e attribuisco le responsabilità all'alcool.
    
    Lascio a casa sua Cinzia e torno al mio letto. Il cellulare si illumina comunicandomi un messaggio di Dina: "Ho succhiato l'uccello a mio marito ma ho desiderato che fosse il tuo. Ora che toccherà a te ti farò uscire l'anima".
    
    Durante la notte mi agitavo. Il mio cazzo era duro e son dovuto alzarmi per farmi una sega. Pensavo a Dina, a quanto era troia. L'avrei ricontattata dopo qualche giorno. Ma anche questa volta mi stupisce e anticipa. "Caffè? Sarò sola a casa per tutta la mattinata. Ci vediamo alle 10 al bar in piazza". Trovo una scusa con Cinzia e parto in macchina per raggiungere l'appuntamento.
    
    Giunto al bar vedo Dina. Lei mi sorride e accavalla le gambe lasciando intravvedere, dalla corta gonna, la parte più scura delle calze autoreggenti. Le nere scarpe lucide col tacco sono il giusto complemento. È in compagnia di un'amica: «Lei è Cristina ed è una mia carissima amica di università. È arrivata da poco, mi ha fatto una sorpresa». Cristina è una bella moretta con gli occhi chiari e fisico asciutto. Non la osservo più di tanto perché sono pervaso dalla delusione per l'imprevisto.
    
    Ci alziamo dopo poco e chiacchieriamo cordialmente. Dina non mostra particolari attenzioni, anche se è carina con me. «Perché non ci accompagni a casa e ti fermi a pranzo con noi?» mi dice Dina accompagnata dal ...
    ... sorriso di Cristina. «No, davvero grazie Dina, ma devo tornare perché nel primo pomeriggio ho un impegno, ma comunque vi accompagno per un tratto.». E così ci avviamo. I discorsi sembrano interessanti ma il tarlo di fottermi Dina ronza forte. «Dai sali prendi almeno un goccio di quel prosecco dell'altra sera...». A quelle parole il cazzo reagisce ed è come se mi avesse detto una parola magica. Salgo, ma mi rendo conto che c'è la terza che, ignara di tutto, sarebbe stata d'ostacolo alla chiavata.
    
    Rivedo quella stanza con quel divano e gli ormoni iniziano a far festa, anche se la realtà riconduce a miti atteggiamenti. Incominciamo a parlare e Dina mi elogia parlando di me come di un uomo interessante, pieno di risorse intellettuali e tira giù qualche battutina sul mio essere affascinante, ma nulla di che. Il caffè di prima col suo effetto diuretico mi obbliga a chiedere di poter utilizzare il bagno. La cappella, anche se non gonfia è bagnata. Si vede che è stata eccitata. Mi lavo le mani, le asciugo e mi aggiusto il colletto della camicia sul gilet. Apro la porta e vedo Dina e Cristina baciarsi limonando. Resto attonito.
    
    Mi guarda Dina e mi dice: «Beh, vuoi restare lì? Non ti va di unirti? Ti eri preoccupato, vero?».
    
    Non facendomelo dire per la seconda volta mi siedo al centro tra le due troie che mi iniziano a baciare e ad accarezzare il petto. «Finalmente sei qui e non nei miei sogni o desideri, porco». Dina afferra per i capelli Cristina e la obbliga a limonare con me, ...
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