La pedalata (1)
Data: 06/01/2019,
Categorie:
Etero
Autore: uni93
È estate, fa caldo e la tuta da ciclismo che indosso mi sembra già troppo pesante. Vorrei levarmela, ma sotto sono nudo, vesto solo un’attillata tuta che, pur comoda, non ripara certo da un sole che si fa parecchio sentire. Sto pedalando su strade di campagna assolate, circondate da ulivi battuti da una lieve brezza marina, attraverso paesi e cascinali quasi abbandonati, qualche isolata abitazione che mi ricorda quanto lontana sia ancora la prossima tappa. Almeno una decina di chilometri prima di cercare un ostello e fermarmi per la notte a riposare e prepararmi al giorno successivo. Sulla schiena ho uno zainetto leggero, con dentro il necessario per questo giro di pochi giorni, attrezzature di emergenza per la bici, un cappellino per il sole, il necessario per lavarmi, un paio di sandali. Non ho ricambi, solo la tuta che indosso, per la notte decido di dormire nudo col caldo che fa. Ostelli e alberghi hanno comunque letti con lenzuola. Non è la prima volta, so come funziona e poi non sono in mezzo al deserto. Fa però un gran caldo. Mi fermo in un bar di paese a prendere qualcosa da bere. Entro, alcuni anziani seduti a parlare tra loro e un gruppo di ragazzi con le tipe che solo a guardarle fanno arrapare di brutto. Tutti giovani, non più di vent’anni, una mi squadra, la guardo, occhiate complici, una gran bella figa. Morettina, magra, due belle tette, una quarta sicura, jeans attillati che esaltano un culo da sogno. Sono al bancone a bermi una limonata. Senza dare ...
... nell’occhio, rivolto verso quella ragazza, faccio finta di sistemarmi il cazzo sotto la tuta, cercando di attirare il suo sguardo. Vedo che lei mi osserva, ha la bocca leggermente aperta, sguardo fisso sul pisello. Il cazzo ci mette poco andarmi in tiro e non riesco a nasconderlo. La tuta è leggera e attillata, l’uccello si vede e lei se ne accorge. Nel locale c’è altra gente, chiedo velocemente al barista se conosce un posto dove poter dormire la notte, tipo albergo, ostello o agriturismo, ma senza spendere troppo. Mi indica un altro bar a pochi chilometri dove hanno un paio di stanze per ospiti, va a recuperare il numero di telefono, intanto vedo che il gruppo dei ragazzi si avvicina all’uscita, la tipa che mi aveva squadrato mi getta uno sguardo complice. Ha degli occhi fantastici, affamati di sesso. Forse mi sbaglio, ma la sensazione è molto forte. Ci sono ragazze che ti guardano e non dicono niente, altre ti calamitano l’attenzione e capisci al volo cosa cercano. È l’ultima a uscire, si volta per chiudere la porta, la guardo e mi passo la mano sul pacco ormai in tiro. Accenna un sorriso. Escono dal locale, se ne vanno, io mi rigiro verso il bancone nascondendo l’erezione ormai evidente, prendo l’indirizzo dell’altro bar dove vorrei fermarmi per la notte. Sono una decina di chilometri di distanza, non sono tanti, ma è già tardo pomeriggio, sono stanco, sudato e ho voglia di farmi una doccia. Ringrazio, pago la limonata e parto. Prima di inforcare la bici, chiamo l’altro locale per ...