1. Il ricatto (5) -La famiglia riunita-


    Data: 06/01/2019, Categorie: Incesti Autore: Elena Anele

    ... raggiunsi la camera da letto Paolo dormiva pesantemente e dopo qualche istante s'illuminò nuovamente il display del mio I-phone. Era mio figlio: "È bello sapere che non mi sono divertito solo io. Grazie per il delizioso profumo della tua figa sul giocattolino che ti ho comprato. Buonanotte". Dormii col sorriso. Alleggerita dal suo tono meno aggressivo. Meno inquieta malgrado i contenuti sconci del messaggio. Il giorno dopo, Paolo aveva in mente un barbecue e alle dieci era già in giardino ad accendere il fuoco con la legna da brace. Noi quattro conversavamo allegramente in salotto. Sorpresi un paio di volte Matilda fissarmi in modo strano con quel suo visino da Lolita che solo dieci ore prima avevo visto "spruzzato" col bianco seme di mio figlio. A pranzo ci sedemmo al tavolo ovale ormai "celebre teatro" in questa vicenda. Io sedevo alla sinistra di Paolo mentre alla mia destra c'era Matilda, poi Lorenzo, poi Giorgia. La grigliata era buonissima e per gran parte del pranzo tutto filò liscio. Continuavo a "studiare" i presenti come se dovessi cercare di prevederne ogni mossa. Poi accadde qualcosa di totalmente inaspettato. Sentii un contatto sulla mia gamba destra. Era la mano di Matilda. Mi stava solleticando le calze sollevando leggermente la longuette rossa. Ero completamente spiazzata. Istintivamente guardai Lorenzo che fissandomi con un ghigno compiaciuto scosse la testa. Dovevo lasciarla fare. Avvicinai la sedia al tavolo perché la curvatura della tavola e la tovaglia ...
    ... mi proteggessero dallo sguardo di Paolo. Matilda continuava a sorridere agli altri commensali, dissimulando bene l'interesse per il mio interno coscia. Mi vergognavo da morire. La mano di quella troietta "levigava" le mie carni insinuandosi sempre più verso l'interno. Non avevo mai provato interesse per una donna. Lo giuro. Mai nemmeno la più piccola fiammella di desiderio saffico era mai avvampata in me. Tuttavia quel triangolo con mio figlio stava portandomi per mano nel nascosto sentiero dell'individuazione sessuale. Al solo pensiero di una mano che mi "stuzzicava" mentre sedevo a fianco di mio marito mi sciolse nuovamente in libidine. Non potevo vedermi in volto ma avvertii le mie gote accalorarsi. I capezzoli pulsavano e premevano contro le coppe del reggiseno. Mi davano l'impressione di poter forare la stoffa. Quel demonio di una brunetta scivolava sulle mie calze e lentamente, senza fretta ma senza sosta, carezzava e s'avvicinava alle mutande. Iniziai ad emettere qualche impercettibile sospiro. Sentii il liquido caldo inondare la mia fica e sentii l'irefrenabile desiderio di ficcarci dentro le dita. Non potevo assolutamente osare tanto. Volevo di più ma non volevo espormi. Volevo che il contatto si facesse più audace e sorprendendo me stessa invitai matilda a spingersi più giù allargando le cosce. La sua sagace mano colse subito il segnale e direzionò i polpastrelli sul mio clitoride. Portai un cucchiaino di dessert alla bocca, così da potermi leccare le labbra. Gli ...
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