1. Io, tra di voi


    Data: 06/01/2019, Categorie: Tradimenti Autore: Zindo, Fonte: Annunci69

    Siamo seduti ad un tavolo della trattoria sul mare nella quale io l'estate scorsa li ho presentati, li ho fatti conoscere.
    
    I pannelli vetrati quest'estate erano aperti e sulla terrazza soffiava la brezza che saliva dalla spiaggia sottostante. Era calmo, piatto come una tavola il mare quest'estate.
    
    Ora i pannelli sono ben chiusi, l'aria fredda rimane all'esterno, il locale è riscaldato, la spiaggia è spoglia e deserta, il mare ulula e biancheggia per le impetuose onde che a ripetizione si infrangono a riva.
    
    Come quelle onde si agitano i pensieri, i sentimenti e le sensazioni, dentro di me. Come quelle onde che sembrano minacciose ma si disfano contro il nulla appena arrivano alla riva, così tutte le mille parole di rabbia e di gelosia che vorrei dire, anzi gridare, si accavallano nella mia mente ma si perdono prima di giungere alle labbra, si disfano senza essere pronunciate.
    
    Il cameriere ci ha già dato i menù che stiamo fingendo di leggere per poter scegliere cosa ordinare. In realtà nessuno di noi tre è interessato al menù che ha tra le mani.
    
    Ognuno di noi avrebbe qualcosa da dire, nessuno osa parlare.
    
    Ci sono pochissimi altri avventori nel locale molto ampio: una coppia di anziani ed un gruppetto familiare (genitori e due bambini) occupano due distinti tavoli nella parte opposta della sala, mentre noi abbiamo chiesto di poterci mettere dove siamo, “un tavolo con vista mare” abbiamo chiesto.
    
    Se non ci fosse una radio accesa regnerebbe un pesante ...
    ... silenzio
    
    I due anziani forse neanche parlano tra loro, i bambini del gruppetto familiare devono essere molto educati perché non li sento fare capricci. Tutto tace o forse sono io che non sono attento a quel che accade intorno. Sono preso dai miei sentimenti, dai miei pensieri.
    
    La radio però c'è, ed è in funzione. Sta trasmettendo un programma di canzoni. Non so chi abbia scelto di sintonizzarsi sulla stazione odiosa che diffonde canzoni antichissime, anni sessanta o forse anche più remote. Però canzoni piacevoli a sentirsi, certo datate e non al passo con i tempi, ma non brutte, anzi.
    
    A volte il caso è proprio curioso. Solo il caso infatti può aver fatto capitare che proprio ora, in questo posto, mentre io non riesco ad esprimere la rabbia che covo dentro, da quel programma radiofonico escono le parole che io penso e non dico.
    
    Le sta cantando Charles Aznavour. Dice, anzi canta:
    
    “Lui di nascosto osserva te;
    
    tu sei nervosa vicino a me;
    
    lui accarezza lo sguardo tuo;
    
    tu ti abbandoni al gioco suo
    
    ed io, tra di voi,
    
    anche se non parlo mai
    
    ho visto già tutto quanto...”
    
    Non sono solo io a prestare attenzione a quelle note, anzi a quelle parole.
    
    Pure Giulia solleva lo sguardo dal menù, guarda alternativamente me e Roberto. I suoi lineamenti sono totalmente inespressivi. Potrebbe sembrare che abbia letto il nome di una pietanza e che stia pensando se ordinare quel piatto o altro. Potrebbe sembrare, ma io so che non è questo che sta pensando, anche lei sta ...
«1234»