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Io la mia ragazza e mio cugino in grecia
Data: 08/01/2019, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: benves
Sono Franco e voglio raccontarvi della mia fidanzata Elena. Eravamo due fidanzati modello. La mia lei una vera pudica dentro e verginella fuori. La sua situazione familiare volle che crescesse con i soliti pregiudizi che la donna deve indossare vestiti canonici e che è da svergognate far vedere uno strappo dei jeans. La madre, quando uscivamo faceva sempre delle storie per quei fottutissimi jeans. Io spesso rimanevo a dormire da lei perché i nostri paesi sono lontani. Il padre di lei era mancato anni addietro. L’ andazzo di quella famiglia ridotta a due unità era il più rispettabile possibile. Facevamo l’ amore nella sala che si trova lontana dalla camera della madre. Era sempre così attenta a non fare rumore che finii per rimpiangere la fidanzata precedente che godeva con una melodiosa voce di sesso. La mia ossessione era di trasformarla in troia. Mi piaceva l’ idea di vederla troia. Appena accennava ad esserlo io sentivo di amarla di più. Ma quando rinnegava quello spirito di vita avvicinandosi agli schemi della madre immacolata, automaticamente io mi allontanavo. Era bella! Cavolo se era bella. Aveva una pelle olivastra che d’estate sembrava oro scuro. Le sopracciglia arcuate e degli immensi occhi verdi. Non era molto alta ma aveva due tettine favolose, era proporzionata a tal punto che passando spesso i ragazzi si giravano. Le tettine non erano grandi, erano perfette, a coppa di champagne, e quando si eccitava i ...
... capezzolini ergevano prepotentemente, facendomi eccitare solo a guardarli. Da tempo avevo scoperto la sua vera natura, perché nella nostra intesa erotica venivano fuori le nostre fantasie. Io le proponevo di essere posseduta da vari uomini tutti assieme e lei aumentava i mugolii e gli spasmi mentre i nostri corpi si sbattevano. La trattavo da troia mentre la scopavo, a lei piaceva, e si esaltava quando le descrivevo l’eventualità che qualcuno intervenisse. Certe cose si capiscono proprio dai segnali che il sesso regala. Con altre donne ho provato ad avere la stessa intesa, ma producevo frustrazione e paura, per cui se facciamo il totale scopriamo che la vera natura di una donna viene fuori anche solo descrivendo le situazioni piccanti. Una fantasia ricorrente era quella di un secondo uomo. La gang bang (più maschi) era accettata parimenti, ma concentrarsi sulle persone reali che evocavo come terzi la eccitava di più. A volte scherzavo dicendole che avevo voglia di regalarle un vibratore, e lei come per contrastare il clima monastico della sua casa mi rispondeva che era meglio un cazzo vero. Per cui mi autorizzava a freddo, a proporre cose nuove nelle fasi sessuali. Ripeto il nostro paese in provincia non ci permette di esprimere appieno tutto, ma questa storia mi ha segnato profondamente, e voglio scriverla. In paese venne a trovarci mio cugino Michele. Era tanto che non lo vedevamo in paese, dopo essersi diplomato Isef era andato a Milano in cerca ...