1. Gordana (1.2)


    Data: 10/01/2019, Categorie: Esibizionismo Autore: senzaidentità, Fonte: EroticiRacconti

    ... suono di svuotamento. Fece un rapido dietrofront, si alzò e invece che accanto a me si piazzò in tutta la sua stazza sul povero divanuccio staccato. Quindi riattaccò a cicalare del suo soggiorno, la sua bocca aperta era una caverna umida, i denti stalattiti brunite dal caffè. Le gambe abbondanti che mostrava in continue, forse involontarie, aperture. Le fissai per un istante la mano nuda, senza anelli, mentre discorreva del treno con cui era tornata, pieno di persone da doversi dimenare per restare almeno in piedi e dritta, delle luci riflesse sul mare viste dai finestrini e delle notti con nubi spettrali che le entravano negli occhi attraverso l'oblò dell'aereo. Un certo periodo l'aveva trascorso nelle isole, continuò accavallando le gambe e assumendo una posa contratta, adesso era di nuovo accanto a me. Nelle isole aveva conosciuto indigeni che non mangiavano niente altro che frutti colorati come le gemme di collane che vendevano ai turisti e pesci che pescavano direttamente con le mani dalla riva. Lì la terra non c'era, era tutto sabbia soffice e acqua e cielo che si soffondevano in modo che.... In modo che... No, non aveva parola per descrivere in che modo l'orizzonte acquatico e quello celeste si abbracciavano. Ma era solo un caso, infatti lei aveva composto tante strofe e disegnato quadri di quei posti. Ma adesso non le veniva nulla, in più non dovevo credere che avesse passato quel periodo in estasi né in villeggiatura, infatti alle dipendenze dell'agenzia che ...
    ... rimediava schiavi agli alberghi senza giorni liberi e con stipendi infinitesimali con la filastrocca che “laggiù è bellissimo e poi sei al mare.... Se dovessi visitare quei posti con i tuoi mezzi....” Saltava da un discorso all'altro mancando di terminare la frase ma mai di scuotersi come se il suo corpo prendesse elettricità appoggiandosi allo schienale del divano. Comunque ero riuscito a dedurre dal discorso che era stata disillusa rispetto alle favole che si racconta chi parte a lavorare sulle crociere. Io in tutto questo avevo pagato il biglietto d'un intercity che non avevo preso e il regionale non arrivava più, il pomeriggio stava scoppiando nell'arancione sfaccettato del mosaico del crepuscolo e non sapevo se sarei arrivato a destinazione ormai, per quella sera. Mi ripetevo queste cose nel vortice delle sue parole che appesantiva tanto fastidio e non riuscivo a stare fermo. La frenesia delle sue gambe contagiava le mie, facendoci cercare più o meno consapevolmente un contatto caldo e vicendevole. Il tormento della mia inattesa conoscenza era cambiato da chiacchiere inarrestabili ad un'opprimente vicinanza, feci caso al fatto che non teneva conto delle sue forme nel vestirsi; portava uno straccio inadatto a quelle cosce grosse e ad un seno rigoglioso che schizzava fuori dal pizzo celestino, più adatto a una ragazzina con la prima di tette che ad un donnone. Le ampie corolle scure di quelle tette mi ballavano davanti al naso intanto che aspirando dalla sigaretta la sua bocca ...