Vicenda aggrovigliata
Data: 14/01/2019,
Categorie:
Etero
Sensazioni
Autore: Idraulico1999
... schiarire la sua pelle al loro passaggio, per scrivere come i bambini fanno sulla sabbia il mio nome.L�anello d�oro alle labbra del suo sesso era lucido e spiccava sul candore della sua pelle così chiara, lì, dove mai dal suo arrivo in città almeno, era stata baciata da alcun sole. Mi scivolò vicina, i piedi nudi nell�acqua che avevo sparso dappertutto e traboccante al suolo, l�anello era vicino alle mie labbra, lei in piedi e io seduto. Avevo liberato il capo dalle mani e rialzato il viso, lei allora sporse il pube, inarcò la schiena ed espose il ricciolo d�oro, l�unico ricciolo d�un pube rasato con grande cura, alla mie labbra e al loro bacio. Io affondai il viso lì, inebriando le narici del suo odore, morsi l�anello e lo tirai tra i denti, cercai di penetrarne l�asola con la punta della lingua, accorgendomi che nel farlo lei si bagnava tra le labbra e un rantolo le usciva dalla gola. In quell�occasione succhiai l�anello cercando di trascinarmelo fino in fondo alla gola, il labbro del suo sesso si tese, seguì la forza della mia suzione, mi scivolò docile tra le labbra e i denti, io lo strinsi e lei spinse il pube.Io m�ubriacai così della sua fica, del suo anello, del suo sapore e del suo intimo odore, persi la conoscenza di dove finisse il piccolo anello d�oro e dove cominciasse la sua carne, perché labbra, denti e lingua si profusero in mille capriole. Poi allargò le gambe, scostò le cosce e appena si liberò dal giogo della mia bocca, si mise a cavallo delle mie cosce ...
... sedendosi su di me, facendomi scomparire con una carezza caldissima, stretta e umida nel suo ventre, fimo a posare le sue cosce fresche e nervose a cavallo delle mie di fronte. Lei salì e scese sui muscoli dei polpacci fino a farmi godere, poi attese che io l�allontanassi da me dopo aver avuto da lei il mio piacere. Lei non dimostrò però stupore né d�altro canto gratitudine alcuna, quando invece di rimandarla alle sue stanze, io ancora dentro di lei perdendo di tensione e raccogliendo sul mio pube il perdersi caldo del mio stesso seme, che cominciava a scendere e a colare, perché a quel punto la strinsi a me.Lei aderì al mio corpo, ne imitò il ritmo del respiro adeguandosi ad alternarsi al prendere vigore svuotandosi, dopo si lasciò stringere facendo altrettanto, mi leccò gli occhi e come un felino rimosse con la lingua dai miei occhi quelle lacrime di rabbia che non erano riuscite prima a balzare fuori. Esattamente quelle, che lei aveva trasformato in piccole gocce salate e calde di piacere, libere di lavarmi come nessun�acqua di giara o di bacinella mai e poi mai avrebbero potuto fare, finalmente davvero cuore e viso. Dopo si lasciò baciare sulle labbra, cosa che io non ero abituato né impratichito a fare.Io ero realmente scosso, spronato e tangibilmente stimolato, perfino sensibilmente meravigliato e turbato, probabilmente anche un po� confuso e smarrito per ciò che stavo vivendo e nel frattempo provando, per quella singolare situazione veramente appassionata, inedita e ...