1. Richiamo sessuale perverso


    Data: 16/01/2019, Categorie: Incesti Autore: miriana

    ... aperto. Appena entrato in casa, lui aveva chiamato sua figlia ad alta voce, ma io, con la scusa dell’acqua scrosciante avevo finto di non sentire, anzi avevo poi girato la schiena verso di lui, che ormai era giunto fino davanti alla doccia, e mi ero messa ad insaponarmi bene i glutei, poi, girandomi, avevo continuato con l’insaponarmi il ventre, il seno, i capezzoli il più lascivamente possibile, già induriti da farmi male. “ Giuseppina, dov’è …? ” mi aveva chiesto all’improvviso, aprendo del tutto lo scorrevole della doccia. Fingendomi sorpresa e spaventata nel contempo, mi ero girata verso di lui coprendomi al meglio il pube ed il seno. “ Ha incontrato il suo ex ragazzo ed è andata con lui per chiarirsi. Ne avrà per un paio di ore, mi ha detto ” l’informai, perché, se avesse avuto qualche intenzione, capisse che avrebbe avuto tutto il tempo per metterla in atto. “ E’ per questo motivo che avete ritardato …?”-“ Ovvio! ” esclamai, mentre, sbadatamente, lasciavo cadere la spugna sul ripiano della doccia. Lui istintivamente si era chinato a raccoglierla e, nel porgermela mi aveva sfiorato la coscia destra, scusandosi subito per il contatto fortuito. “ Non deve scusarsi, Riccardo. Non l’ha mica fatto apposta a toccarmi …? Anzi, sia gentile, mi passi la spugna sulla schiena. In quel punto, faccio sempre fatica, quando mi lavo da sola … ”. Un fulmine, in quel preciso momento, non l’ avrebbe sconvolto così. Era rimasto fermo, di sasso per qualche istante, poi, come un automa, aveva ...
    ... incominciato a detergermi la schiena così lentamente da farmi solletico. A quel punto, avevo reagito, mi ero voltata e l’avevo pregato di passarmela anche davanti, poiché, avevo una spina nella mano destra che mi faceva male nello stringere la spugna. Lui comunque, dopo che mi ero voltata, aveva cessato di respirare, facendomi temere che gli venisse un infarto. Quando infine si riprese, iniziò a passarmi la spugna sul corpo senza guardare dove, poiché aveva continuato a guardarmi in faccia con un’espressione incredula, come se stesse sognando. Quando lo baciai sulla bocca, era rimasto ancora più attonito, e forse impaurito dal mio approccio così intimo. Non potevo perdere tempo. Se si fosse ridestato da quel torpore, forse sarebbe fuggito lontano così: “ Vai ad aspettarmi in camera, mi asciugo e vengo da te …! ” le avevo sussurrato, prima di mettermi sotto il getto d’acqua per levarmi tutta la schiuma di dosso. Quando uscii, lui non c’era più, era andato in camera da letto, dove, l’avevo raggiunto dopo avere mandato il messaggino a Giusi. Con tutto il fuoco che avevo nelle vene, se la sua figliola avesse tardato, di sicuro le avrei prosciugato i testicoli. Si era sdraiato sul letto e si teneva fra le mani il membro palpitante, indurito da superare almeno di quattro centimetri le mani stesse, chiuse a pugno. Mi ero appena adagiata su di lui e sostituito le mani con la mia bocca quando sentii la voce di Giusi esclamare: “ Ma papà, cosa stai facendo …? ” con un tono di voce che ...
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