Il passato mi condiziona
Data: 21/01/2019,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: miriana
... prima di quella sera, ma solo che, da quel momento, mi sentii completamente di sua proprietà. Verso le ventuno: “ Ora, è meglio che ti vesti, se vogliamo arrivare puntuali al ristorante dove ho prenotato ” mi suggerì Tullio, mentre uscivo dalla doccia, lui già vestito di tutto punto, con un completo grigio scuro, camicia bianca e persino una bella cravatta intonata all’abito. “ E che cosa mi metto se mi avete strappato tutti i vestiti di dosso, ieri …? ” rimbrottai. “ Nell’armadio quattro stagioni che c’è nell’altra stanza, troverai tutto l’occorrente. Tutte vesti di mia moglie, che aveva più o meno la tua taglia. Troverai anche abiti nuovi di zecca, che non ha nemmeno avuto il tempo d’indossare …! ” disse, mostrandosi profondamente triste. Evitai di fargli domande inutili per non rammentargli momenti spiacevoli e mi diressi nell’altra stanza dove trovai, ben sistemati, nell’armadio, un’infinità di abiti, di tutte le fogge, maglie, camicette ed anche molte scarpe, 37 di numero, precisamente il mio. Optai per un vestito lungo nero, da sera, con uno spacco vertiginoso che lasciava intravvedere buona parte della coscia poco sotto all’anca destra, ed ovviamente, il bordo bianco della calza autoreggente. Ciò che non avevo trovato, incredibilmente, erano reggiseno e slip.“ Ovvio, mia moglie non li usava …! ” rispose come se fosse la cosa più naturale del mondo. “ Metti questa ” mi disse mostrandomi una cintura di castità con tanto di piccolo lucchetto pendente sul davanti. Per un ...
... attimo rimasi ferma, frastornata per la richiesta, a dire poco, strana; ma subito dopo obbedii, sentendomi subito a mio agio con quell’aggeggio primordiale, e per di più, chiuso da lui che poi si era messo la chiave nel taschino dell’abito. Una cintura di castità fatta di pelle dura, che mi costringeva a trattenere le gambe leggermente aperte per non che lo strusciare di quella materia mi arrossasse l’interno cosce, e che mi lasciava completamente libero soltanto il solco dei glutei. Prima di uscire di casa poi mi aveva alzato il vestito e infilato nell’ano un butt plug vibrante soltanto quando lui avrebbe azionato il telecomando, cosa che fece in macchina mentre ci recavamo al ristorante, dandomi modo di apprezzare quale piacere può dare una specie di dildo elettrico, posizionato, all’interno del sedere. Piacere soprattutto dovuto alla consapevolezza che a telecomandare l’aggeggio, non sei tu, ma un maschio, tuo padrone. Per quasi tutta la cena, Tullio mi aveva lasciata tranquilla. Aveva acceso il butt plug proprio nel momento in cui si era avvicinato il direttore di sala per chiederci se la cena era stata di nostro gradimento. Il mio si, involontariamente, uscì fuori dalla mia bocca come se fosse stato un lamento sessuale. Lo sguardo che mi lanciò questi, non lasciava dubbi sul giudizio che si era fatto di me. Un’arancia, in quel frangente, era sicuramente meno rossa del mio viso. “ Devo andare in bagno, Tullio ” gli confidai, piano. “ Tu vai avanti che poi ti raggiungo ” mi ...