033 - La famiglia adottiva e la porca di mamma Cinzia
Data: 22/01/2019,
Categorie:
Etero
Sesso di Gruppo
Incesti
Autoerotismo
Gay / Bisex
Autore: ombrachecammina, Fonte: RaccontiMilu
... mia vera mamma e verso la sua famiglia. Non comprendevo, se era stata una specie di normale attrazione verso una bella donna, oppure se questa attrazione fosse sentimento vero, verso la mamma, che nonostante l�affetto e l�amore a me dimostrato dai miei genitori adottivi, era pur sempre sangue del mio sangue.La nostra comitiva, si mise in moto il sabato sera verso le diciotto. Salimmo tutti sulla macchina di papà Michele e dopo aver impostato il �tom-tom� partimmo. Giungemmo puntuali, alle diciannove, sotto casa della mia famiglia vera. Fui io, naturalmente a premere il pulsante di ottone e attendemmo di sentire la voce di qualcuno. Una voce maschile, rispose al citofono e io comunicai il mio nome. Lo scatto della serratura elettrica fu immediato e prima che noi superassimo i pochi metri, che ci separavano dalla porta di casa, si affacciò sulla soglia un uomo di circa quarant�anni capelli grigi, molto alto, sul metro e novanta, che sorridente e affabile mi salutò abbracciandomi forte.�Ciao Emanuele, benvenuto a casa tua, io sono tuo padre �.��Ciao papà, finalmente ti conosco��Poi, ci sciogliemmo dall�abbraccio e iniziammo le dovute presentazioni. Conobbi così i miei due fratelli e le mie due sorelle. Le femmine erano molto simili di viso e di corpo a mamma Cinzia, mentre i maschi avevano ereditato le caratteristiche di mio padre Massimo.Le due ragazze mi presentarono i fidanzati�..�Piacere Marco�..��Piacere Gigi�..��Io sono Emanuele, il vostro nuovo cognato eh, eh, eh�.�La ...
... mamma era vestita con un tailleur blue, giacchetta corta con sotto una camicetta bianca, scollata sul fantastico seno. La gonna invece era corta con uno spacchetto centrale davanti e uno simmetrico dietro. Si era truccata in modo leggero, non volgare ed era bellissima e desiderabilissima.Dopo la visita di tutta la comitiva alla casa, lei, che aveva preso il comando delle operazioni, ci assegnò i posti a tavola e magicamente comparvero dalla cucina due cameriere che provvidero a servirci la cena. La mamma Nicoletta era parecchio imbarazzata e stava vicina a Michele, scusandosi con i gesti e il comportamento per la evidente differenza sociale tra le due famiglie.Ma, a questo punto, io ero un ragazzo povero oppure ero un ragazzo ricco? Non sapendo come risolvere il quesito, pensai ad altro e cominciai a rispondere alle mille domande che mi venivano poste. Michele, che si era presa una bottiglia di �Brunello di Montalcino� e se la teneva vicina al bicchiere, ogni tanto ne versava un po� a mamma Nicoletta e un po� lo mesceva per se stesso. Dopo una mezz�oretta, durante la quale si mangiò una quantità industriale di antipasti, arrivò finalmente il primo, anzi, uno dei primi. Anche mio padre Massimo si stava dando da fare a svuotare la sua bottiglia di Brunello. Dopo un periodo di tempo, nel quale, tutti, rispettosamente parlavano sottovoce, i toni della conversazione si erano fatti più alti e le risate sonore avevano preso il sopravvento sulle battute pacate precedenti. Forse il vino ...