1. 033 - La famiglia adottiva e la porca di mamma Cinzia


    Data: 22/01/2019, Categorie: Etero Sesso di Gruppo Incesti Autoerotismo Gay / Bisex Autore: ombrachecammina, Fonte: RaccontiMilu

    ... buono, stava facendo il suo effetto, scaldando gli animi e non solo quelli. Mio padre Michele aveva perso la sua serietà abituale e si dava di gomito con l�altro mio padre. Anche mia madre, stava stranamente facendo amicizia con Cinzia e le due donne chiacchieravano con una certa vivacità. Quando arrivò in tavola il caffè, erano in molti che avevano abbandonato il tavolo e se ne stavano abbandonati sui divani, distrutti dalla montagna di cibo e di vino che avevano ingurgitato fino ad allora. Io ero uno dei pochi che durante l�intera cena, aveva cercato di assaggiare qua e là senza esagerare e anche con il vino ci ero andato piano. Mi accorsi che le mie sorelline, se ne stavano sedute sulle ginocchia dei fidanzati, mostrandomi con estrema naturalezza le mutandine sotto le gonne corte. Cinzia era parecchio alticcia pure lei e la camicetta, prima scollata, ora era molto più scollata di prima e le tettone vibravano ad ogni risata, rischiando la fuoriuscita dei capezzoli dal bordo dell�indumento.Monica, mi stava vicino ma non era riuscita a evitare che il Marco, il fidanzato di Lucia, gli versasse continuamente da bere, e quindi anche lei era parecchio brilla e se ne stava seduta con le gambe mezze aperte mostrando sicuramente le mutande di solito poco coprenti.Ad un certo punto Massimo, si alzò un po� barcollante dalla sedia e si avvicinò ad uno stereo della Pioneer e pigiò un pulsante, nell�aria si diffuse immediatamente una musica dolce e suadente. Qualcuno si alzò e ...
    ... spostandosi in una zona libera dell�enorme salone, si mise a ballare con il proprio partner. Un po� per volta si formarono le coppie e quasi tutti si cimentavano nell�eseguire i vari balli, dai più recenti a quelli classici e datati. Ballai anche io, prima con Monica poi con mia sorella Lucia, la più giovane di noi. Mi parve che mi guidasse apposta verso un grosso pilastro che stava verso il fondo della sala. Scomparimmo alla vista di tutti, nascosti dalla colonna, lei mi strinse di più aderendo volutamente al mio corpo, io, ingenuamente, gli parlavo all�orecchio cercando di sovrastare la musica. Aveva lo stesso corpo e le identiche tette della mamma, glielo dissi e lei si aprì la camicetta mostrandomele con orgoglio. Lui, ovvero l�essere che viveva di vita propria dentro alle mie mutande, si sollevò, pronto all�uso. Lei che stava attaccata a me come una cozza allo scoglio, lo sentì contro il ventre e mi guardò con lo sguardo velato di desiderio. La sue mani fino ad allora abbracciate e allacciate al mio collo si disgiunsero e la mano destra scese fra di noi a impugnarmi da sopra i pantaloni leggeri, il cazzo duro. Fu il mio turno a guardarla fisso negli occhi, con lo sguardo velato e lussurioso. Le infilai anche io la mano destra sotto la camicetta abbrancandogli il seno sinistro. Io gli pastrugnavo le tette e lei mi accarezzava a mo� di sega il cazzo. In un momento di passione così intenso, ebbi la capacità di svegliarmi dal sogno e allontanare la mano rapidamente e staccarmi da lei. ...