033 - La famiglia adottiva e la porca di mamma Cinzia
Data: 22/01/2019,
Categorie:
Etero
Sesso di Gruppo
Incesti
Autoerotismo
Gay / Bisex
Autore: ombrachecammina, Fonte: RaccontiMilu
... l�archivio era situato a pochi metri dalla chiesetta. Vi sono entrato, e sulla parete di fronte a me, ho subito notato degli enormi classificatori, ognuno composto da quattro grandi cassetti scorrevoli, Sul frontale di questi cassetti metallici erano esposte delle grandi etichette sulle quali erano stampati gli anni di riferimento. Con il cuore in gola, ho fatto scorrere il grosso contenitore riferito al 1987. In ordine alfabetico, vi erano delle grandi cartelline appese all�interno, alla lettera E, trovai un Emanuele che però non ero io, mentre, la seconda cartellina, era la mia. Il nome e il cognome di mia madre erano scritti in rosso in alto a sinistra, così, staccai il foglio dal plico sul quale era pinzato , lo piegai e me lo misi in tasca, chiusi rumorosamente il cassetto e uscii. Mi precipitai nella cappella, mi genuflessi e finsi di pregare. La suora, che non mi vedeva più tornare, dopo pochi secondi dal mio ritorno, entrò nella cappella e mi trovò concentrato nella preghiera. Mi alzai e uscii, salutando con una carezza la suora che mi aveva, inconsapevolmente permesso di conoscere il nome di colei che mi aveva partorito. Il giorno successivo, presi la mia utilitaria, e mi recai all�indirizzo segnato sul foglio, ma non ebbi fortuna, i vicini mi dissero che la signora Cinzia, questo è il nome di lei, si era trasferita alcuni anni prima in un'altra città, per motivi di lavoro. Per fortuna, una anziana signora, era molto amica della �signora� in questione e cercando ...
... dentro una agendina, trovò il nuovo indirizzo della donna che mi aveva procreato. Il giorno successivo, ripresi la ricerca e mi recai nella città dove avrei potuto trovare mia madre biologica. Quando giunsi all�indirizzo che mi aveva dato l�anziana signora, trovai una villetta di recente costruzione, con il giardinetto di fronte, molti fiori e dislocate sul perimetro, file di siepi, che fungevano da recinzione. Suonai il campanello del citofono in ottone, posizionato su una delle due colonnine di mattoni a vista e attesi. Una voce di donna, rispose il classico�����Chi è??��Emanuele� risposi ioSentii, lo scatto del citofono che mi fece capire che la conversazione era terminata, mi stavo apprestando a posare nuovamente il dito sul pulsante di ottone, quando lo scatto della serratura del cancelletto, mi fece comprendere, che la signora, incuriosita mi aveva aperto. Aprii il cancello e dopo pochi metri mi trovai di fronte ad una porta in legno massiccio, al centro della quale vi era un batacchio, anch�esso in ottone. Attesi, di fronte alla porta chiusa e capii, che in quel momento lei mi stava osservando attentamente dallo spioncino. Forse il mio bel viso da ragazzino imberbe le diede fiducia e il pesante battente si mosse. Vidi comparire una bella donna sulla quarantina, vestita con una vestaglia corta di colore rosa, che lei teneva chiusa, tenendo i due lembi uniti con una mano chiusa a pugno, all�altezza del suo seno prosperoso���.�Mi scusi, lei è la signora Cinzia?��Si, sono io, ...