1. La ragazza della spider rossa


    Data: 28/01/2019, Categorie: Etero Autore: cd1948

    La ragazza della spider rossa
    
    Era iniziata come una belle giornata di primavera, soleggiata, arietta bella frizzante. Dove abitavo io, leggermente fuori dal paese e vicino ai boschi, si stava proprio bene. Poi, verso pomeriggio inoltrato, di colpo era diventato tutto nero ed aveva iniziato a piovere a dirotto.
    
    Io me ne stavo tranquillo, da solo, a casa a leggere un libro ed ascoltando musica, mia moglie era andata con nostro figlio a visitare i parenti e doveva stare via qualche giorno.
    
    Ad un certo punto, suon il campanello. Apro la finestra e vedo una ragazza, bagnata come un pulcino.
    
    “Per favore mi fa fare una telefonata”, mi dice.
    
    “Un attimo, vengo ad aprire il cancello”. Mi metto una giacca, prendo un ombrello e vado ad aprire il cancello e la accompagno dentro a casa.
    
    “Per favore, mi faccia fare una telefonata, la macchina è guasta ed il telefonino pure si è bagnato”
    
    “Prima ti faccio asciugare”, ribatto, “altrimenti ti prendi una polmonite”.
    
    Era blu dal freddo, zuppa, i capelli incollati all a faccia. Mi fece pena. La presi per mano e la portai quasi trascinandola al bagno del primo piano, dove abbiamo anche la Jacuzzi a 2 piazze. La feci spogliare. Lei resistette per un po. Non era minimamente vestita per stare sotto un diluvio simile. Lei alla fine si levò il maglione, la maglietta i pantaloni e rimase in mutandine e reggiseno. Erano zuppi anche quelli.
    
    Glieli tolsi quasi a forza e la misi sotto la doccia calda, quasi bollente. Lei resistette ...
    ... un po, ma poi mi lasciò fare.
    
    Era bellissima, bionda naturale, occhi azzurri, avrà avuto 23 o 24 anni, un culetto alto e sodo, due lunghe gambe belle tornite due tettine piccole, una seconda forse, con i capezzoli ritti dal freddo, le pelle d'oca, sempre per il freddo.
    
    La tenni sotto la doccia per un bel po, fino a che iniziò a ritornarle il colore naturale. Poi andai a prendere delle salviette da bagno e uno dei mie accappatoi, la asciugai per bene e le feci indossare l'accappatoio, uno dei miei, che bastava per avvolgerla almeno due volte. Le diedi anche un paio di ciabatte di mia moglie.
    
    Nel frattempo avevo messo i suoi vestiti sui radiatori ad asciugare, visto che avevo il riscaldamento acceso.
    
    Infine le diedi un pigiama di flanella di mia moglie e delle ciabatte.
    
    Fatto questo, la lasciai telefonare ai suoi. Abitavano in una città ad un centinaio di km da casa mia. Lei iniziò a spiegare quello che le era successo.
    
    Da quello che capii, aveva preso la vecchia spider di suo padre e, con il tettuccio di tela aperto, vista la bella giornata, era venuta dalle mie parti per visitare una sua compagna di università. Poi, sul tardi, visto che iniziava ad imbrunire aveva preso la macchina e si accingeva a ritornare a casa sua, ma l'acquazzone l'aveva sorpresa. Il tettuccio della macchina era di quelli vecchi, che ci voleva un quarto d'ora per aprirlo o chiuderlo, sempre che tutto funzionasse. Nell'oscurità si era persa e non sape nemmeno ritornare a casa della sua ...
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