1. Le arancine


    Data: 07/10/2017, Categorie: Prime Esperienze Autore: suntopless, Fonte: Annunci69

    ... della rosticceria i ripieni delle arancine si erano moltiplicati. Oltre alle classiche arancine si trovavano ormai arancine per tutti i gusti. Ma la parte del leone spettava indubbiamente ai due gusti classici: le arancine al burro e le arancine con carne.
    
    La cosa divertente era che quasi tutti gli avventori, dopo avere ordinato la prima arancina al burro ordinavano la seconda “a carne”! Proprio così! Dicevano proprio così! L’errore grammaticale era sempre lo stesso: piuttosto che dire “mi dia una arancina al burro ed una con carne” dicevano invece “mi dia una arancina a burro ed una a carne!” errando in entrambi i casi la preposizione.
    
    Scoppiavamo sempre a ridere non appena sentivamo questa frase che si ripeteva ossessivamente, sistematicamente.
    
    Alcune volte scommettevamo pure: quando entrava un signore che sembrava piuttosto distinto scommettevamo se anche questi sarebbe caduto o meno nello stesso errore. E poi scoppiavamo a ridere.
    
    Tra l’altro ci divertivamo un mondo quando qualcuno, specie le signore, per darsi un tono ordinava “arancini” piuttosto che “arancine”.
    
    Chiamarle arancini non fa più chic né più signorile: è semplicemente un errore, almeno dalle nostre parti!
    
    Le arancine sono così chiamate nella Sicilia occidentale perché prendono il loro nome dalla forma rotonda e dal colore che assumono dopo la frittura che le fa assomigliare a delle arance.
    
    Nella Sicilia orientale vengono invece chiamate arancini, al maschile, perché questa specialità pur ...
    ... prendendo il nome sempre dall’arancia, deriva però dal suo nome in dialetto siciliano: “aranciu”, sostantivo maschile.
    
    Quindi la differenza nell’uso dei due termini non sta nell’essere più o meno cafoni, più o meno popolani, ma molto più semplicemente la differenza è dovuta ad un fattore geografico!
    
    Comunque, il rapporto con Margaret era davvero simpatico. Trascorrevo dei momenti rilassanti con lei durante le mie pause pranzo.
    
    Con il tempo anch’io, dapprima timidamente poi con più spontaneità e tranquillità, cominciai a farle qualche apprezzamento sulle tette.
    
    Lei non si sentiva assolutamente offesa. Anzi, sempre ovviamente che queste battute non sfociassero nella volgarità e sempre che fossero poco insistenti, ne sembrava addirittura lusingata.
    
    Lei cominciò piano a fare anche degli apprezzamenti su di me. Così, tra un discorso ed un altro, tra una risata ed un’altra, ogni tanto mi faceva capire che un pensierino a me lo faceva. Le sarebbe piaciuto fare qualcosa insieme.
    
    Ovviamente non mi tiravo mica indietro e le rispondevo che anch’io mi sarei certamente divertito e ben volentieri con quelle due bombe che era impossibile non notare.
    
    Ma non ne parlammo mai seriamente. Ci limitavamo a scambiarci delle battute, delle ipotesi, ma nulla più!
    
    Ma arrivò un giorno che lei mi sorprese, mi spiazzò.
    
    Non so come, forse glielo avevo detto io, seppe che per una intera settimana sarei rimasto solo in ufficio perché il mio collega era andato in ferie.
    
    Proprio ...
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