A volte tornano...
Data: 02/02/2019,
Categorie:
Etero
Autore: Giorgio_2013
... all’appuntamento al bar mi sono chiesto se avrei trovato anche Rosy. Ho trovato la sola Laura. Abbracci, baci sulle guance e al bar per il caffè. Ci siamo seduti ad un tavolo un pò in disparte per sua scelta.
Aiutai Laura a togliersi il giaccone e mi sono stupito nel vederla con un maglione a collo alto e fuseaux neri attillati, che mostravano le gambe rimpicciolite e il suo fisico più magro di quanto ricordassi.
Nei convenevoli gli ho chiesto del marito e della figlia. Laura cortesemente mi ha risposto che la figlia era da sua madre e suo marito, pronunciando la parola con fastidio, fino a sabato era dalla sorella a Bologna per dei lavori in casa. Ambiammo cambiato discorso, raccontandoci cosa avevamo combinato per tutto questo tempo. I discorsi andavano fluidi, ma in lei ho notato una vena malinconica.
Squilla il cellulare: è il marito. Al di là della scontrosità nei toni della telefonata, ho notato in lei un fastidio palese nel sentire il marito.
“Tutto bene?” è stata la mia domanda alla chiusura della loro conversazione telefonica. Laura a quelle parole ha avuto una smorfia, gli occhi per alcuni istanti si sono velati, poi la sua risposta sarcastica in un “No!”. Da lì è stata un fiume in piena.
Mi ha raccontato che, per vicende familiari di Gianmarco, il loro inizio di matrimonio ha subito una crisi istantanea e si sono allontanati, poi la nascita della figlia che lei ha voluto a tutti i costi per cercare di raddrizzare il loro rapporto, che comunque è ...
... andato a scivolare nella banalità quotidiana. Mi racconta del suo tradimento, di cui ero già a conoscenza.
Laura mi ha raccontato tutto, dalla passione travolgente fino al putiferio della scoperta da parte di Gianmarco. Di come il matrimonio è stato tenuto in vita da promesse di cambiamento e da una terapia di coppia, ma non è più un rapporto oramai per sua ammissione...
Gli ho chiesto se non fosse meglio una separazione e un divorzio, a quella vita.
Laura ha messo davanti a tutto la bambina e le apparenze. Sulla parola apparenze si è messa a ridere amaramente.
“Pensa che si scopa ogni tanto, per le apparenze. Io sotto e lui sopra, fino a svuotarsi i coglioni, poi ognuno nella sua parte del letto. Tanto, la sua parte della commedia è salva così... Cazzo, sono tre mesi che non mi tocca. Non dico di farmi godere, ma almeno di scoparmi!”.
Lo ha detto piano, da arrabbiata, ma sottovoce, con una lacrima che gli scendeva rigando il viso. L’ho asciugata con le dita, cercando tutte le parole di conforto che potevo trovare.
Sorrise e mi disse se avevo voglia di fare quattro passi: ho accettato. L’ho aiutata con il giaccone e ho pagato i due caffè. Siamo usciti e ci siamo incamminati nelle vie del centro commentando le vetrine. Ci siamo incamminati a vedere una vetrina di abbigliamento in un vicolo laterale.
Il vicolo era quasi deserto, Laura mi ha preso sottobraccio stringendosi e sorridendo. Ora la riconoscevo, con quello sguardo da gattina...
Abbiamo guardato la ...