A volte tornano...
Data: 02/02/2019,
Categorie:
Etero
Autore: Giorgio_2013
... vetrina, e chinandomi per vedere con lei una camicia particolare, ho sentito Laura sussurrarmi all’orecchio un’unica parola, una richiesta: “Scopami!”.
L’ho guardata meravigliato. I suoi occhi quasi mi pregavano di non rifiutarla...
Sono rimasto senza parole e turbato, ebbene sì, turbato.
L’ho guardata negli occhi chiedendogli in modo diretto: “E tuo marito? Se lo scopre? Io di casini non ne voglio...”
Lei di rimando: “Non m’interessa di Gianmarco... e questa volta non mi faccio sensi di colpa...”.
E dicendolo, con lo sguardo mi chiedeva “Dimmi qualcosa... rispondi...”.
Ero quasi imbambolato, senza pensieri che mi attraversavano la testa.
“Va bene. Quando?” sono state le mie sole parole, che hanno sciolto la sua tensione.
“Adesso. Andiamo a casa tua...” mi ha risposto sollevata.
“Andiamo nello stesso motel della volta scorsa, così puoi sfogarti, puoi sfogare il tuo piacere in tutti i sensi...”. Alle mie parole spavalde, il sorriso si è allargato sul suo viso e ci siamo avviati verso la mia macchina.
Ci siamo ritrovati al motel in meno del tempo di quanto pensavamo durante il viaggio. Siamo entrati nella stanza, io con la voglia stampata sul viso, lei con quell’aria divertita da santarellina porcellina.
Mi sono avvicinato, l’ho aiutata a togliersi il giaccone. L’ho cinta per i fianchi mentre lei passava le sue braccia intorno al mio collo. Le nostre labbra si sono accostate in una dolce la limonata, una limonata liberatoria della tensione ...
... dell’attesa. La stringevo e mi beavo della sua bocca.
L’ho portata verso il letto e l’ho spinta dolcemente a sdraiarsi. Laura si è sollevata appoggiandosi sui gomiti e sorridendo mi ha mostrato la lingua mentre si inumidiva le labbra. Io mi sono seduto accanto e l’ho fatta sdraiare andando ad appiccicare la mia bocca sulla sua.
La mia mano sinistra si è intrufolata sotto il maglione, sfilando la maglietta intima dai fuseaux, e salendo fino ad arpionare i suoi seni attraverso il reggiseno; le ho strizzato entrambe le tette, voluttuosamente ed intensamente, stropicciandole e tintillandole attraverso la stoffa.
Le nostre lingue frullavano, si inseguivano, si cercavano.
Ho tolto la mano da sotto il maglione e l’ho adagiata sulla conca del suo sesso. Laura d’istinto ha allargato le gambe quel tanto da permettermi di ravanare lentamente.
Ho iniziato a strofinare la sua vulva attraverso la stoffa dei fuseaux... ne sentivo la consistenza e il gonfiore dettato dalla voglia. Più la strofinavo, più si delineava la sagoma della sua figa.
Ho sentito la figa di Laura aprirsi come un fiore all’ape: le labbra erano in rilievo e il solco aperto, mentre le mie dita scorrevano su e giù...
Poi Laura si è staccata da me: mi ha invitato a sedermi ed aspettare, sparendo verso il bagno. È tornata dopo un poco, dopo aver sentito l’acqua scorrere, vestita solo di un asciugamano avvolto intorno alla vita.
Mi ha detto: “Lavati, che ti aspetto qui...”.
Ho iniziato a spogliarmi, ...