1. Villaggio di houer capitolo 14


    Data: 04/02/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: prossi

    Venni trascinato dalla corrente ancora per qualche minuto e molte centinaia di metri quando il torrente diventato fiume si immise in un lago. Ero sfinito fisicamente e mentalmente, forse sarei morto lo stesso mio malgrado, non avevo più forze, presto sarei calato a fondo e non ci sarebbe stata lotta per la sopravvivenza che avesse potuto avere ragione.
    
    Avevo quasi perso i sensi quando mi sentii sollevare da mani forti che mi prendevano le braccia per le ascelle e mi tiravano dentro una barca.
    
    “Tranquillo – mi disse una voce – Sei salvo.”
    
    ”Jonatha!” urlai volendo far sapere che c’era anche lui.
    
    Qualcuno mi rivelò che c’erano stati diversi salvataggi con diverse barche. Molti villeggianti erano stati presi alla sprovvista dal temporale. Aveva piovuto un mare d’acqua come non se ne vedeva da tempo. Si contavano diversi morti annegati. Solo giunti al molo avrei saputo se Jonatha si era salvato.
    
    Mi dettero una coperta, per coprire le mie nudità e riscaldarmi, e anche una tazza di te caldo che assaporai con avidità. Accanto a me altre persone salvate, ma tra loro non c’era Jonatha.
    
    Man mano che la barca si avvicinava al molo, aumentava la mia ansia di sapere.
    
    Avevo dato Jonatha per morto, forse invece era vivo?
    
    E se fosse morto per davvero?
    
    Se fosse sopravvissuto sarebbe stato accanto a me o a qualche decina di metri, avrebbe risposto alle mie grida.
    
    Non poteva che essere morto.
    
    Tutto sembrava ritorcersi contro di me, anche quella nudità strana che ...
    ... non avrei mai potuto giustificare se non inventando al di là della mia fantasia che non era poi tanta. Josh sarebbe stato bravo ad inventare una storia al momento, una storia più bella della realtà.
    
    Come avrei giustificato la mia ed eventualmente la nudità di Jonatha, vivo o morto che fosse stato ritrovato?
    
    Il rumore dei remi si faceva spazio nel battito delle gocce di pioggia sull’acqua del lago. Ogni colpo di remo mi avvicinava al momento di dar conto delle mie responsabilità. In lontananza già si vedeva l’attracco quando un brivido mi contorse il petto.
    
    Al molo c’era un sacco di gente ad aspettare le barche di salvataggio: gente comune, probabilmente i familiari dei dispersi, infermieri in uniforme, autoambulanze, poliziotti, vigili del fuoco. Riconobbi Patrick, Arthur e Josh. I loro volti erano tumefatti di un pianto che aveva visto già passare la piena. Adesso non piangevano più. Dovevano avere pianto e tanto e adesso non avevano più lacrime da versare. Mi coprii il volto con la coperta, non avevo faccia di farmi vedere, sapevo che mi apprestavo a subire le loro domande e di conseguenza il loro giusto rimprovero, il loro disappunto se non altro.
    
    La barca attraccò e subito i poliziotti aiutarono le persone salvate a lasciare le barche di salvataggio e a salire sul molo. Lasciai che le altre persone salvate abbandonassero la barca. Avrei voluto che fossero centinaia per tardare il momento del mio turno, ma non erano che tre. Il rematore mi bussò le spalle e mi ...
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