1. Gaia


    Data: 07/02/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Gaia67

    ... contropiede, come fossi ancora più indifesa di quanto lo sia già. Il colpo successivo mi dipinge la schiena con un lungo sottile colore rosso, attraversandola dalla spalla sinistra alla natica destra. Hanno cambiato strumento. Le frustate si susseguono con un ritmo che pare seguire uno schema, com la loro intensità. Cerco di concentrarmi e immagino la donna davanti a lui, la bocca che accoglie il suo sesso, la lingua che lo solletica. I colpi sono proporzionali all'agire di lei, alla vicinanza di lui all'orgasmo. Una gragnuola di frustate, per fortuna non troppo pesanti, si abbatte sulla mia pelle per poi cessare d'improvviso. Sento il respiro dell'uomo tornare normale, come il mio. Il suo piacere, dettato dalla donna, ha coinvolto tutto il mio corpo: ormai i miei umori bagnano oltre le cosce, in parte anche il pavimento. Stravolto lui, stravolta io, mi abbandono alle corde, appoggiandomi ad esse, lasciando fluire l'eccitazione. La donna però pare non essere d'accordo: “Ora voglio la mia parte” dice, sganciandomi le caviglie e le braccia. Accanto a me sento la presenza dell'uomo, ne sento gli occhi attenti alle mie reazioni. So che se le mie gambe cedessero o se la stanchezza mi facesse cadere, sarebbe lì a sostenermi. E' davvero particolare il fatto che pur bendata possa chiaramente cogliere certi aspetti. Ora mi prende i polsi, li osserva, tocca la pelle delle mani, trovandola appena arrossata. I segni delle corde invece la decorano con piccoli rilievi. “Bello il ...
    ... disegno, guarda” e mostra alla compagna il lavoro. “Molto bello, un bel connubio la canapa e la sua pelle” mi spinge indietro, retrocedo fino a quando le gambe incontrano il letto, facendomi cadere sulla schiena. Si riaprono i giochi ad una velocità insospettata e alla stessa velocità mi ritrovo nuovamente eccitata. Vengo fatta sistemare meglio sulle lenzuola. Le gambe tenute allargate da lui che si pone tra le mie ginocchia. Lei... lei si pone sul mio viso, si struscia su di esso. Non che ci voglia molto a capire cosa vuole. Inizio a leccarla, a solleticarla con la punta della lingua, ma uno schiaffo sul seno mi induce a cambiare metodo e uso la lingua a pieno regime, larga, avida. Lecco tutto e più lecco, più lei mi dona i suoi umori, più crescono i miei. “Concentrati” mi dice l'uomo con voce più rude “ voglio che lei goda”. Non capisco l'esortazione, fino a quando non mi forza con due dita la vagina. “forzare” non è proprio il termine adatto, visto che sarebbe pronta, calda, bagnata, aperta, per essere presa. Le dita da due diventano prima tre e poi quattro. Questa volta è lui a schiaffeggiarmi il seno “Concentrati, ho detto”. Con fatica sposto la mia attenzione al servizio di colei che sta usando il mio viso, ma la cosa si fa estremamente difficile quando lui inizia ad unire il pollice per fare entrare tutta la mano. Cerco di rilassarmi, cerco di seguire il ritmo della donna che cerca il suo piacere. Io mi sento allargare sempre di più e mi mancherebbe la saliva, se non fosse ...