Gaia
Data: 07/02/2019,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Gaia67
... sostituita in parte dagli umori di lei. “Forza cagna, voglio godere quando sarà dentro fino al polso. Lecca cagna, lecca!” le parole mi danno nuovo vigore e contemporaneamente alzo il bacino tendando di agevolare lui (e me) nel fisting. Le succhio il clitoride, come fosse un membro da preparare alla penetrazione, lo stimolo con le labbra e la lingua e lei prorompe in un urlo liberatorio, mentre la mia vagina accoglie la mano di lui, attirandola inevitabilmente all'interno. La donna si accascia sul mio viso, respiro a stento, ma non tento di spostarla, non desidero affatto che se ne vada. Lui muove la mano con calma, ispezionando e lentamente ritrae la mano per qualche centimetro per rispingerla dentro. “Puliscimi ora” ancora lei, mi rivuole presente a loro e non a me. Lo faccio con precisione, fno a quando non mi libera il viso. “Sei tutta sporca, la tua condizione ideale, no?” Ancora una volta è il mio corpo a rispondere con una scarica di adrenalina che si trasforma in un fiotto di umori che avvolge la mano che mi ...
... penetra. Neppure volendo potrei negare quanto la cosa mi piaccia. Mi sta scopando, pugno, mano aperta, a fondo o all'introito. Letteralmente non capisco nulla, né dove inizi il piacere e finisca il dolore, né quanto desideri uno e l'altro. La bocca della donna ora prende l'iniziativa e succhia il capezzolo, mentre la mano “lavora” l'altro con dolcezza prima, con forza poi, alternate esattamente come fa la bocca, che lecca e morde e la mano che mi violenta. Sono definitivamente fuori di me. Chissà se il “consenso” sarebbe ancora valido ora! Ne dubito, non sono in grado di intendere e volere ora, totalmente nelle loro mani e non solo metaforicamente. “Godi cagna, tocca a te ora!” solo un sussurro il fiato nell'orecchio che mi porta queste parole, diminuendo ulteriormente la distanza dal mio apice, che esplode quando lei stringe i denti sul mio capezzolo e lui spinge la sua mano fino in fondo. Urlo e mi muovo come un'ossessa liberando ogni tensione. Dopo qualche secondo mi accascio come una marionetta cui abbiano tagliato i fili.