1. Dannata bicicletta


    Data: 11/02/2019, Categorie: Etero Sensazioni Autore: The Last Perseus, Fonte: RaccontiMilu

    “Merda.” I pedali si sono bloccati di colpo, con mio sommo disappunto. Provo a muoverli, ma nulla da fare. La catena è caduta. Alzo gli occhi al cielo, cerco Dio. Vorrei chiedergli cosa ci trova nell’essere così dispettoso, a volte. L’unica risposta che ottengo è un fulmine che, in lontananza, rischiara le ombre della notte. “Fantastico.” Mi viene da imprecare, ma per cosa poi? Un altro lampo. Questa volta non così lontano come mi era sembrato il precedente. Si è alzato il vento, c’è aria di pioggia. E io sono ancora troppo lontano da casa. Come se non bastasse, poi, la catena si è incastrata tra il pignone e il telaio. La giro, postandola sulla sella e sul sellino, ruote al cielo. “Va bene. Questa sera hai proprio voglia di essere simpatico. Grazie Dio.” Mi rimbocco le maniche della camicia e con pazienza (E tanta morchia sulle mani) rimetto la catena a posto. Devo darmi una mossa, o finisce che prendo il diluvio. Monto in sella, spingo sui pedali, ma qualcosa non va. Sto facendo troppa fatica. Mi viene l’illuminazione e no, non ci voglio credere. Mi fermo. Faccio un respiro profondo. “Dio? Ce l’hai un momento?” So già cosa avrei trovato quando abbasso lo sguardo. La gomma è completamente è terra. “Perché? Ti prego, dimmi perché!” Guardo il cielo. Una massiccia ombra nera sempre più vicina, attraversata da fulmini e saette, con tanto di secchiate d’acqua dall’alto. E io sono in maniche di camicia a mezz’ora da casa. Fantastico. Prendiamola con filosofia, in fondo la pioggia ...
    ... mi piace. E, come nelle migliori pellicole, tempo neanche cinque e le prime gocce, grandi come albicocche, cadono con una violenza che nemmeno in guerra. Sorrido, divertito. Voglio dire, a cosa serve l’auto… tanto ho tutto a portata di bicicletta! In capo a dieci minuti sono totalmente fradicio. L’aria si è rinfrescata, le strade sono deserte e il profumo della pioggia, nonostante l’infilata di sfighe, mi fa sorridere. La pioggia, con questo suo potere di portare via tutti i mali e alleggerirti lo spirito… Due colpetti di clacson, ma nemmeno ci faccio caso. Un altro colpetto, proprio di fianco a me. “Chi cazzo sei che cazzo vuoi” è il mio primo pensiero, ma metto da parte il lato guerrafondaio e mi fermo, girandomi verso l’auto, una vecchia punto grigia un po’ ammaccata. Il finestrino si abbassa. A fatica. Dentro è buio, ma arrivano le note dei Pink Floyd. Wish you were here, se non sbaglio. Al volante una ragazza, con un maglioncino bianco di cotone e un sacco di braccialetti al polso destro. Un’anella al naso. I capelli lunghi, ma rasati da un lato. La conosco? No… mi pare proprio di no. “Tutto bene?” Sorrido. “Perché? Qualcosa ti fa pensare il contrario?” La ragazza guarda la bicicletta. “Non mi sembra il tempo ideale per passeggiare.” “Non sto passeggiando…” Mi guarda come se fossi matto. E forse, tutti i torti non li ha. “Stavo andando a prendere posto sull’arca.” Per un momento pare che voglia ridere, ma poi si trattiene. “Senti, Arca, lo vuoi un passaggio?” “E se fossi ...
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