Dannata bicicletta
Data: 11/02/2019,
Categorie:
Etero
Sensazioni
Autore: The Last Perseus, Fonte: RaccontiMilu
... “Pensi che non sia capace?” “No ma…” Mi interrompe senza lasciarmi finire la frase. “Pensi che sia sbronza?” “No ma…” Stessa scena. “E allora…” Mi guardo attorno. Alla fine, per avere una certezza occorre rischiare un’incertezza. O forse non era proprio così… colpa del vino che sto sorseggiando, portate pazienza. Ad ogni modo, se lei mi ha interrotto due volte, ora tocca a me. E prima che pronunci la terza parola la mia lingua è nella sua bocca. Sa di birra, di kwak. Le sue labbra sono meravigliosamente morbide. La sua lingua è terribilmente invitante. Sa di buono. Mi tiro indietro. Mi guarda seria, non mi sembra molto contenta della mia iniziativa. “Scusa?” Ho fatto una cazzata. Mi sto già pentendo. Sorrido. “Non mi stavi lasciando parlare.” “Non ho capito.” “Ho detto che non mi stavi…” “Non ho capito.” Mi ha interrotto di nuovo. Sbuffo. “Ho detto…” “Non capisco cosa dici.” Sorride. E cosa volete farci… sono tonto… Mentre lei regge l’ombrello io le metto la lingua in bocca. Questa volta non ci sono freni, non ci sono timori, non ci sono paure. È un bacio. Vero. Semplice. Bello. Mi perdo tra le sue labbra. Si stringe a me e mi appoggia la testa sulla spalla, infilando il naso nella curva del collo. Le cingo le spalle e le accarezzo la schiena. “Sai... pensavo che non avresti capito…” “Come mio angelo custode pensavo sapessi che necessito dei cartelli a caratteri luminosi…” Allunga il collo, mi posa un piccolo bacio proprio sotto la mandibola, strappandomi un brivido. “Eh… lo ...
... so… ma noi angeli siamo sempre ottimisti e ci piace sperare che i nostri protetti, a volte, ci stupiscano…” “Temo di averti deluso allora…” Si stringe a me e respiro il suo profumo. “Solo un pochino… la birra era buona!” “Solo un pochino…” Vorrei restare lì per un tempo indefinito. Così, semplicemente abbracciati mentre il mondo annega i suoi problemi nella pioggia. Le bacio la fronte. “Tu domani lavori.” Alza il viso e mi guarda. “Anche tu, Bella.” “In diretta da Zelig?” Mi mostra la lingua. E io gliela rubo con un bacio. Ci baciamo ancora. “Ti porto a casa?” “A dire il vero sono io a portare a casa te.” Annuisco col capo. “Vero. Ma fino a casa mia posso guidare io, così, caso mai volesse la sfiga che ci fermassero, non ti porterebbero via l’auto.” “No… la mia puntina…” “Eh…” Si stacca (con mio sommo dispiacere) da me e fruga nella borsa. Ecco le chiavi. L’autoradio passa The passenger, di Iggy Pop. Per fortuna che non ascolta Rovazzi! C’è silenzio, un silenzio strano, a cui non ero più abituato da tempo. Da una parte carico di energia positiva per questo strano, fortuito incontro. Dall’altra un silenzio triste perché presto ci lasceremo. È quasi certo che ci incontreremo ancora. Ma il non sapere come, quando o dove rende tutto così… malinconico… Svolto nella mia. Il mio civico si avvicina. Rallento. “Fanculo.” Si vive una volta sola, no? Magari, a volte, due, ma questa è un’altra storia. Ingrano una marcia e riparto. Medusa mi guarda senza capire. “Che fai?” “Vado.” “E di ...