Rapporti condominiali -2
Data: 12/02/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: adad
Era il giorno di Capodanno e il sole era tramontato da poco. La sera prima ero stato ad una festa di amici e non vedevo l’ora di andarmene a letto. Mi stavo preparando a tirarmi una sega della buonanotte, guardando un porno, quando sentii suonare alla porta. Stupito perché di solito non aspetto nessuno, per di più in una serata fredda come quella, andai ad aprire e… beh era lui, Andrea!... puntuale al suo appuntamento con il destino.
“Ciao”, gli feci con un sorriso luminoso.
“Ti disturbo?”, chiese lui, un po’ impacciato, per la verità.
“No, assolutamente! Entra, fa freddo per le scale, – e mi scostai per lasciarlo passare – anche se tu non hai di questi problemi.”, scherzai, alludendo alla sua tenuta: solita maglietta e pantaloni di felpa.
“Mia moglie ha portato i bambini dai nonni e ho pensato di venire a farti gli auguri.”
“Già, è vero! – esclamai – Buon anno.”, e gli strinsi la mano.
Lo feci accomodare sul divano, in soggiorno e gli offrii dello spumante che mi era avanzato a mezzogiorno. Poi mi sedetti su una poltrona lontano da lui: lo vedevo già abbastanza teso e non volevo innervosirlo ancora di più. Scambiammo le solite chiacchiere: come va, cosa hai fatto di bello, come hai passato le feste e altre fesserie del genere, tanto per alleggerire l’atmosfera.
Poi, d’un tratto, lo vidi prendere un lungo respiro e irrigidirsi un attimo.
“Senti, Luigi…”, cominciò.
Ci siamo, pensai.
“L’altra settimana…”
Io lo guardavo senza dire niente, anche ...
... perché non riuscivo a capire quale voleva essere il senso del suo discorso.
“Giù in cantina…”, proseguì nervosamente.
Mi fece pena, poveraccio, doveva costargli parecchio imbarazzo parlarne. Decisi di intervenire.
“Sì, ricordo, - feci – ti ha creato problemi quello che è successo?”
“No! – esclamò Andrea di scatto, coprendo di rossore una bugia più grande di lui – Cioè…”
“Era la prima volta che ti succedeva, vero?”, cercai di essere più asettico possibile.
“Sì… e non so proprio…”
“Non preoccuparti, Andrea: capita a tutti di trovarsi coinvolti prima o poi in qualche esperienza, come dire?, stravagante. Importante è che non risulti… spiacevole. A me, però, è piaciuto…”.
Evitai, ovviamente, di chiedergli cosa era parso a lui: dovrebbero proprio darmi l’Oscar per la diplomazia. Andrea mi fissò con aria stupita.
“Sul serio?”
“Sì”, annuii con un sorriso serafico.
“Tu… Tu sei?….”
“Sì”, risposi, intuendo quale fosse l’imbarazzante domanda.
“A me piacciono le donne!”, asserì allora lui tutto d’un fiato, quasi volesse liberarsi di un peso.
“Lo so.
E’ per questo che ho apprezzato molto la tua disponibilità quella mattina.”
Andrea mi fissò con aria interrogativa.
“Beh, il fatto è che, pure se non ti interessava, - gli spiegai – hai lasciato che te lo facessi… Io lo desideravo, ma non avrei mai avuto il coraggio di chiedertelo. Tu invece me l’hai concesso spontaneamente… è stato molto bello, ti ringrazio davvero.”
Il mio discorso dovette ...