1. Effetto nico - 2


    Data: 15/02/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad

    ... seguendolo con gli occhi fino a vederlo scomparire nella svolta delle scale. E pure lui è andato, mi dissi con un senso di rammarico: anche se razionalmente sapevo benedi non potermi aspettare niente da lui, mi piaceva l’idea di essere amici, di vederci ogni tanto, scattargli qualche foto.
    
    Era un tipo un po’ strano, certo, ma mi ci ero trovato bene in quell’oretta che avevamo passato insieme, anzi: più che bene, direi! In particolare avevo trovato stupefacente la naturalezza che si era reciprocamente instaurata nei nostri rapporti: lui sapeva di piacermi, eppure mi si era mostrato senza imbarazzo, concedendosi alla mia bramosia fin dove gli era possibile.
    
    Insomma, dove lo trovi un etero che si lascia toccare e smanettare da un frocio arrapato? Eppure lui lo aveva fatto, con naturalezza e senza alcuna condiscendenza, senza farmelo pesare. Con la stessa naturalezza, da parte mia, gli avevo manifestato chi ero e i sentimenti che lui mi ispirava; senza imbarazzo gli avevo esibito l’eccitazione che mi stimolava, accettando solo con un po’ di rammarico la sua indisponibilità ad andare oltre certi limiti, ma anzi grato per quello che accettava di darmi.
    
    Peccato che sia finita così presto, considerai con una punta d’amarezza, richiudendo la porta. Ero certo, infatti, che non lo avrei più rivisto.
    
    E invece non era così, mi sbagliavo di grosso, come potei costatare circa un mese dopo, quando suonò il telefono e al mio Pronto:
    
    “Ciao, Lorenzo, - mi sentii rispondere – ti ...
    ... ricordi di me?”
    
    Ebbi un tuffo al cuore e un immediato afflusso di sangue nella zona mediana del corpo.
    
    “Certo che mi ricordo! – risposi, sbottonandomi i pantaloni – Con tutte le seghe che mi sono fatto con le tue foto!”
    
    Nico scoppiò a ridere.
    
    “Immagino!”, disse.
    
    “Non ti secca, vero?”, feci, iniziando a smanettarmi l’uccello già fremente.
    
    “Certo che no. Anzi, mi fa piacere.”
    
    “Meno male…”
    
    “Senti, quando vuoi, facciamo un altro servizio. Ti chiamavo appunto per questo.”
    
    “Le hai già finite tutte?”, feci, cercando di controllare il tremolio della voce.
    
    “Vanno come il pane!”
    
    Così fissammo un secondo appuntamento fotografico per il pomeriggio successivo.
    
    Ritenendo opportuno stavolta riceverlo in maniera più consona, decisi di mettere le mutande sotto i pantaloncini, anche se la cosa servì a ben poco, perché mi bastò vederlo spuntare dalla rampa delle scale, che subito il cazzo mi cominciò a formicolare, rendendo vani i miei virtuosi propositi.
    
    Due chiacchiere seduti sul divano, poi:
    
    “Metto su un porno, - suggerii – così scaldiamo l’atmosfera?”
    
    “Ah, ok.”, fece lui e il video non era ancora partito che già si stava spogliando.
    
    In un lampo fu nudo e inequivocabilmente eccitato. Si sedette sul divano e allargò le gambe. Si teneva i coglioni con una mano a coppa; poi, appena cominciarono a scorrere le prime immagini di tette e fighe, si impugnò il bell’uccellone turgido e prese a menarselo lentamente.
    
    Lo fissai per un lungo momento, del ...