1. Il ragazzo più fortunato del mondo (quarta parte)


    Data: 19/02/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: Gay De Maupassant

    ... a una poco attenta analisi, potesse sembrare il mio. Il mio uccellino invece riposava sopra il suo. E che lettone largo aveva! Persino da barzotto era più corto di quella parte del mostro che mi spuntava dalle cosce! La bottiglietta di lubrificante (ne usavamo talmente tanto che cominciava ad essere una spesa, ma con un ettaro di cazzo da lubrificare e una mia probabile emorragia interna in caso di negligenza, era il caso di non farlo mancare mai) era diventata il nostro orsacchiotto di pelouche, così ne prendevo un pochino, spalmavo accuratamente e gli afferravo la cappella stringendola tra le natiche e, con un movimento ondulatorio (da ex ballerino sapevo il fatto mio) lasciavo che il suo ariete penetrasse la porta del mio desiderio. E così, soggiogato persino mentre il mio stallone dormiva e stretto il suo bicipite/coperta tra le mani, me la godevo una mezzora, mentre dal mio viso s’involavano ed esplodevano cuoricini come bolle di sapone. Ma certo, quella goduria assurda era ben poca cosa senza la spinta del suo motore da mille cavalli, così, dopo essermi beato a sufficienza, mi svincolavo per svegliare il mio maschione e adempiere al primo dovere della mia giornata. Ero delicatissimo, non volevo turbare il riposo del guerriero, ma era troppo bello giocare con il suo uccellone. Se con un dito gli premevo la venuzza, toglierlo era far saltare una diga. Il sangue irrompeva (se ne sentiva il suono, ragazzi) fino a renderlo un’arma impropria e mi ci schiaffeggiavo leggermente ...
    ... il visetto. Me lo premevo sul volto, lo coprivo di baci e cominciavo a leccare, ma era talmente lungo il percorso fino alla sommità, che la mia lingua si prosciugava già alla base della cappella. Ma la natura aveva fatto bene il suo lavoro, perché era talmente appetitoso il sapore acidulo del suo glande scoperto, che al suo contatto mi tornava l’acquolina e mi bagnavo su più fronti. Dieci secondi di pennellate e sbavavo come una cagna, trenta secondi e dovevo riprendere fiato, un minuto e il mio Adone apriva gli occhi. Adorava la mia sveglia, diceva che non avrebbe mai più voluto iniziare la giornata in modo diverso. L’unica cosa che non si spiegava era come mai si svegliasse già lubrificato. -Sarà un segno del cielo!- Rispondevo con aria innocente. -Sai che non credo molto a queste cose e poi non ce li vedo gli angeli a lubrificarmi il cazzo, cioè… ma lo sanno i superiori come passano la notte?- -Sarai la dannazione del firmamento, amore mio. Comunque è sicuramente il residuo di ieri sera.- -Allora ho fatto cadere un angioletto!- Diceva accarezzandomi. Mi sa che aveva capito. Ma era Federico il vero angelo caduto, l’eroe che rinunciò al suo posto in paradiso per amore dei mortali. Il mio Prometeo soffriva infatti della perversione sessuale più altruista che si potesse immaginare. Niente lo eccitava quanto vedermi impazzire di piacere e vedere la mia espressione disarmata e sopraffatta dalla sua perfezione; quel ragazzo era veramente l’anello mancante tra il superuomo e Dio. ...
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