Violentata in caserma
Data: 22/02/2019,
Categorie:
Trans
Autore: claudia_cross, Fonte: Annunci69
... gli uomini appagati dai miei pompini.
Mario praticamente mi chiavò la bocca, mentre ero inginocchiata in mezzo a quello stanzone. Poi sfilò il suo grosso cazzo dalla mia bocca e pensai che volesse scoparmi, ma lui mi disse: “Aspetta qui in silenzio, torno trà un po'.”
Quindi mi lasciò inginocchiata in mezzo a quello stanzone, si diresse verso la porta d'ingresso posta alle mie spalle, spense la luce ed uscì chiudendo la porta.
Io rimasi in quella posizione, inginocchiata in quell'enorme spazio, al buio, senza sapere cosa stava succedendo, né tra quanto tempo lui sarebbe ritornato.
Aspettai diligentemente.
Il buio mi circondava, non vedevo assolutamente nulla, sentivo il collare stringermi attorno al collo, le manette tenermi le mani bloccate dietro la schiena, le ginocchia schiacciate sul pavimento dal mio stesso peso.
Ma avevo un solo pensiero: lui tornerà ed io voglio che mi trovi esattamente come mi ha lasciata, ubbidiente ai suoi ordini.
Il tempo sembrava eterno. Nel buio in cui ero immersa cercavo di scorgere il più piccolo rumore che potesse farmi capire che lui stesse tornando, o che mi desse un'idea di cosa stesse succedendo fuori dall'edificio nel quale mi trovavo segregata.
Ogni tanto mi giungeva all'orecchio la sua voce: parlava con qualcuno, ma doveva farlo al telefono perchè non percepivo altre voci.
Alla fine sentii i suoi passi sul selciato esterno all'edificio e finalmente la porticina aprirsi.
La luce venne accesa nello ...
... stanzone e Mario si avvicinò a me che ero nella stessa identica posizione in cui mi aveva lasciata.
“Brava puttanellla, apri la bocca”
Ubbidii, lui fece colare la sua saliva sulla mia lingua protesa all'infuori.
Portai la lingua dentro e gustai la sua saliva.
Quindi mi sbattè il cazzo sulla faccia, aprii la bocca e Mario mi ricompensò infilandomelo tutto dentro: ripresi a spompinarlo.
Poi decise che voleva mostrarmi altri ambienti, mi fece sollevare e mi tirò con il guinzaglio fuori da quell'edificio, portandomi in un edificio adiacente.
Stavolta si trattava di uffici, me ne accorsi quando accese la luce e mi fece percorrere varie salette arredate con scrivanie e qualche vecchissimo computer.
Mi tirò fino all'ultima stanzetta, dove c'era una sedia ed una scrivania abbastanza larga.
Mario prese delle chiavi e mi liberò dalle manette: sapevo perchè lo aveva fatto.
Iniziai a spogliarmi, mi tolsi la camicetta e rimasi con il reggiseno, quindi sfilai la gonna e quando Mario vide il perizoma che mi disegnava il culetto disse “che pezzo di figa!”
“Grazie” risposi.
“Vieni qui”
Mi avvicinai a lui.
Mi tirò un ceffone e disse: “Ti ho detto per caso di parlare?”
Feci cenno di no.
“Apri la bocca”
Aprii la bocca e Mario ci sputò dentro.
Poi mi tirò in ceffone leggero e disse: “Soltanto io posso usare la tua bocca, e intendo usarla per infilarci il mio cazzo e quando devo sputare, ti è chiaro?”
Annuii.
“Ti sta bene?”
Annuii con ...