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Violentata in caserma
Data: 22/02/2019, Categorie: Trans Autore: claudia_cross
... stradina, e tanto meno dalla statale, nel quale a malapena stavano parcheggiate le nostre auto. Compresi che eravamo giunti nel luogo nel quale lo sconosciuto voleva portarmi e che quel posto era isolato e praticamente invisibile dalla statale. Mario spense il motore, io feci lo stesso e, lasciando i fari accesi, scesi dall'auto. Indossavo una camicetta bianca ed una mini scozzese a pieghe molto corta, sandali con tacchi a spillo che mi rendevano molto difficile camminare su quel terreno ricoperto di brecciolino. Passai davanti ai fari della mia auto e di quella di Mario, così che lui potesse vedermi bene mentre mi avvicinavo. Lui scese a sua volta dalla sua auto: ovviamente era un più alto di me che sono piccolina, aveva capelli castani abbastanza corti, e indossava una tuta mimetica dell'esercito, su grossi e pesanti anfibi tecnici. Naturalmente era un uomo abbastanza muscoloso. Si, perché Mario è un sottufficiale dell'esercito, che nelle noiose serate di vigilanza all'interno della caserma nella quale era stanziato, si distraeva chattando con me. Mi sorrideva mentre mi avvicinavo a lui, e quando fui alla sua portata allungò le braccia per cingermi i fianchi. Mi fece i complimenti per il mio viso, per il mio corpo e per l'abbigliamento, mentre le sue mani continuavano a scivolare su di me. Anche io gli feci i complimenti: era carino ed era anche molto affascinante per il suo sguardo e per i suoi modi di fare che avevo già potuto apprezzare in chat, ...
... di persona confermava le mie sensazioni: mi piaceva molto. Ed ancora mi piace. Mi ero talmente avvicinata a lui che il mio viso sfiorava il suo e non avevamo bisogno di alzare la voce: bastava sussurrare per sentirci. Le sue mani, che all'inizio mi tenevano per le braccia, iniziarono a scorrere in basso, finendo sulla mia gonna, poi sollevarono la gonna e si posarono sul mio sedere. In quel momento gli dissi: "Sapessi che paura ho avuto per accettare questo appuntamento al buio con te, ed ancora di più mentre ti seguivo fin qui..." La sua risposta mi fece vibrare profondamente: "E facevi bene ad averla, come vedi questo posto è molto isolato, non lo conosce praticamente nessuno e ci siamo solo tu ed io: adesso ti do quello che meriti." Mentre pronunciava quelle parole, i suoi occhi erano fissi nei miei e la luce nei suoi occhi trasmetteva sicurezza e determinazione: eppure quello sguardo non mi metteva paura, ma mi faceva eccitare all'inverosimile. Le sue mani continuavano a palparmi, ma una si staccò dal mio corpo e lentamente si sollevò verso il mio viso: Mario fece appositamente quel movimento in maniera estremamente lenta, proprio per consentirmi di fermarlo se lo avessi voluto. Ma io non feci nulla: la sua mano si portò lentamente attorno alla mia gola, mentre lui mi fissava dritta negli occhi la sua stretta si faceva lentamente più forte mentre lui continuava a fissarmi negli occhi con quello sgardo punitivo. Io continuavo a tenere le braccia morbidamente ...