1. Pinone il fratellone


    Data: 23/02/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: dare_devil, Fonte: Annunci69

    ... opposto, avendo preso da mia madre: castano chiaro, magro, piccolino, forse anche attraente, ma in virtù di una bellezza decisamente più ambigua, meno virile. Credo di aver capito a che sponda appartenessi proprio grazie a lui. Dividevamo una cameretta che a mala pena conteneva i nostri due letti e una grande scrivania che doveva bastare per tutti e due. Ricordo tante notti d'estate, io in piena pubertà e lui già uomo fatto, passate a spiarlo mentre si fumava la sua brava canna e beveva la sua birretta, toccandosi il pacco, imprigionato in uno degli slip sempre troppo stretti per contenerlo: c'era sempre un po' di pelo pubico o un testicolo peloso che strabordavano fuori da una parte o l'altra. Un occhio chiuso e l'altro mezzo aperto, fingevo di dormire, sperando di vederlo prima o poi sfilarsi quei maledetti slip. Ma non c'era verso. Dovevo accontentarmi, si fa per dire, di quelle coscione grosse e pelose, di quel petto massiccio e villoso, di quel viso maschio eppure quasi vulnerabile, gli occhi chiusi e la bocca socchiusa, perso in chissà quali sogni erotici amplificati dall'erba. Non riuscii mai, in quegli anni, pur dividendo la stessa cameretta, ad andare oltre quella visione. Poi accadde il fattaccio della galera. E quando uscì non tornò più a vivere in famiglia, stabilendosi, quasi come un randagio, in sistemazioni provvisorie, da amici, conoscenti, donne...
    
    Ecco, vi dicevo, Pinone era fatto così. E da quando s'era sposato ed era diventato padre, il vizio ...
    ... delle scommesse era, se possibile, anche peggiorato, alimentato dalle necessità di una famiglia in crescita, necessità che il suo impiego come meccanico in un'officina in periferia non riusciva a soddisfare. Dalla sua aveva il vantaggio di essere in effetti diventato esperto in fatto di scommesse: . E a volte, in verità, riusciva, a raccimolare delle cifre che io, come impiegato al ministero, avrei potuto raggiungere soltanto con tre mesi di stipendio messi assieme. Ma poi, come sempre accade, bastava poco per riperdere tutto. E quel sabato pomeriggio, mentre ero in visita dai miei per comunicare loro di una mia recente promozione in ufficio, Pinone era piombato all'improvviso, inatteso, su di giri come spesso ultimamente, per chiedere l'ennesimo prestito.
    
    “Non potete rifiutarvi di aiutarmi. Roberta partorisce tra poche settimane. Abbiamo tante spese. Se riesco ad imbroccare quest'affare giuro che non vi chiederò più nulla. Ma anche perché non ce ne sarà bisogno. Sarò io ad aiutare voi, con tutti i soldi che mi entreranno”. “Eh come no...” Mio padre era irremovibile. E stavolta anche mia madre, solitamente più accondiscendente, scelse di non intervenire, andandosene in cucina e lasciando a mio padre l'onere di chiudere le porte al primogenito. Non li biasimavo. Erano stanchi, delusi, e preoccupati, perché quei soldi avrebbero probabilmente portato ad altre scommesse. Ero dispiaciuto nel vederli così. Ma ero triste anche per il mio fratellone, così grande e grosso, eppure ...
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