1. Linea 18


    Data: 24/02/2019, Categorie: Tradimenti Autore: mikirn82

    Da qualche tempo ho deciso di prendere l'autobus per andare in centro, la fermata del 18 è a pochi passi da casa. Ho sempre viaggiato volentieri sui bus, sin dai tempi della scuola. In età adulta ho scoperto che è un ottimo modo per non preoccuparsi di quanto si beve all'aperitivo. Oggi pomeriggio ho sentito gli altri, l'appuntamento è alla pigna per le sette e mezza. Esco di casa e cammino fino alla fermata, il sole è poco sopra le colline, l'aria è piacevole. Tiro fuori gli auricolari dalla tasca e li collego, faccio passare il filo sotto alla maglia e li infilo. Apro Spotify e cerco i Verdena, metto su Endkadenz vol.1.
    
    Vedo arrivare il 18 e tiro fuori lo smartphone dalla tasca, apro l'applicazione e compro un biglietto, quindi controllo che L'NFC sia attivo. Quando salgo passo di fianco alla timbratrice, il telefono vibra ed emette un bip. Un paio di anziani mi guardano come fossi un alieno, vado verso il fondo e mi siedo. Ci sono poche persone a bordo, appoggio la fronte al finestrino e guardo fuori.
    
    In piazza Marvelli sale un gruppo di ragazzi, dai cori si intuisce il motivo dei festeggiamenti.
    
    -Dottore, dottore, dottore del buco del cul, vaffancul, vaffancul!
    
    Li sento bene nonostante gli auricolari, con la coda dell'occhio vedo una ragazza salire dalla porta sul fondo, proprio di fianco al mio posto. Ha tre buste della spesa dall'aspetto pesante, scatto in piedi e allungo le braccia per offrire aiuto. Mi guarda stranita, è davvero molto bella. Le sorrido, ...
    ... mi porge due sacchetti e sale. Le porte si chiudono sfiorandole la schiena, mi passo la mano libera sulla fronte esclamando.
    
    -Appena in tempo!
    
    Sorride guardandomi negli occhi, ha uno sguardo deciso e penetrante.
    
    -Grazie mille, davvero.
    
    Sento un accento portoghese, la invito a sedersi al mio posto, l'unico rimasto libero dopo la colonizzazione degli universitari. Poggio le buste e mi tengo alla barra in alto, la brusca partenza quasi mi sbilancia.
    
    -Grazie ancora per l'aiuto, io sono Marianna.
    
    -Che nome bello e insolito, io mi chiamo Michele, molto piacere.
    
    Le stringo la mano, è calda e spigolosa, quasi più grande della mia. Ha delle bellissime unghie, ben tenute e ricoperte da uno smalto rosso.
    
    -Piacere mio Michele, non capita tutti i giorni di incontrare un gentiluomo.
    
    -Ti ringrazio Marianna, ma non esagerare.
    
    -Tu forse dai per scontato che tutti agiscano così, ma è il contrario. Specialmente se la tua pelle è scura.
    
    Rimango qualche secondo senza parlare, la osservo. Ha due occhi neri molto grandi, il piccolo naso sembra rifatto. Le labbra sono rosse e gonfie, un incanto su quella pelle olivastra. I capelli sono neri e lisci, li tiene legati in una coda poco sotto le spalle. Indossa un foulard al collo.
    
    -Fatico a credere che anche una bella ragazza come te abbia di questi problemi. Tra l'altro parli un ottimo italiano, sei nata qua?
    
    -No, vengo da San Paolo. Parlo bene perché ho studiato, lavoro come traduttrice. E comunque si, anche io ho ...
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