Vacanze al cairo - capitolo 3
Data: 24/02/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: aramis2
... la città e magari avere un'avventura o due.
Guardandomi intorno improvvisamente mi resi conto che qualcuno stava freneticamente agitando una mano nella mia direzione. Guardando meglio quella figuri distante, vidi che era Michele che tentava di attirare la mia attenzione.
Gli feci segno di raggiungerci, lui nuotò attraverso la piscina, ne uscì e si sedette su di una sedia.
“Eilà!” Sorrise: “Come va?”
“Bene” Risposi: “Cosa stai facendo?” Continuai, rendendomi conto mentre lo facevo che era una domanda stupida.
“Nulla di preciso. Stavo solo annoiandomi. Non entri in acqua?”
Spiegai che non avevo l’attrezzatura da nuoto con me e sono sicuro che lui stava per dire qualche cosa di inopportuno ed osceno, poi si ricordò che c’era lì papà, cambiò idea e gli chiese se poteva cercarmi un costume.
Vedendo una possibilità di fuga, papà accettò rapidamente e mi diede i soldi per andare a comprarlo aggiungendo che se stavo lì con Michele, lui sarebbe andato per un drink coi suoi amici in centro al Cairo. “Quando nei hai abbastanza, vai a casa di Michele, io verrò più tardi” Disse alla fine alzandosi per andare via.
Michele ed io andammo alla Club House, cercammo il negozio e cominciammo a guardare per un costume da bagno.
“Che ne diresti di questo?” Lui chiese mostrandomene un paio che sembravano un perizoma più che altro.
“Che cazzata!” Dissi ghignando: “Non li indosserò, specialmente se le storie che mi racconterai saranno belle.”
Ne scelsi un paio più ...
... appropriato e chiesi dove potevo cambiarmi.
“Qui. Vieni, te lo mostrerò” Disse afferrandomi il braccio e praticamente trascinandomi verso i camerini.
La zona era fresca per l’aria condizionata e vidi con piacere che non c’era nessuno. Vidi anche che c’erano molti camerini. Michele si diresse verso l’ultimo che non poteva essere visto dall'ingresso e, tenendo la porta aperta, mi disse di entrare e cambiarmi.
Con mio stupore (e delizia), lui mi entrò dietro di me.
“Spero che tu non abbia problemi, ma mi è stato detto di aver cura di te, non è vero?” Disse sorridendo.
Rispondendo che non avevo problemi aggiunsi maliziosamente che forse avrei avuto bisogno di 'qualcuno che si prendesse cura di me!' Prendendo il suggerimento più rapidamente di quanto mi aspettassi, Michele mi afferrò rapidamente cominciò a slacciarmi la camicia lasciandola poi cadere a terra. Guardandomi negli occhi mi slacciò la cintura degli shorts, fece scivolare giù la cerniera della patta e con un movimento fluido trascinò giù pantaloncini e mutande. Ne uscii e rimasi su di un piede di fronte a lui sentendo che stava cominciando a diventarmi duro. Michele ne fu consapevole quando abbassò lo sguardo e fischiò piano.
“Cristo, come sei rapido!” bisbigliò: “Posso stringerlo?”
Avendo perso il potere della parola mi limitai ad accennare col capo.
La sensazione era incredibile. Mi era già capitato di avere la verga maneggiata da altri ragazzi a scuola, ma questo era diverso. Michele aveva un bel ...