Ma chi me lo doveva dire ... (4)
Data: 27/02/2019,
Categorie:
Scambio di Coppia
Autore: reninytxis, Fonte: Annunci69
... rappresentanza.
-Un bel “putanùn” con la fede al naso, pardón al dito, a casa a tirar su i figli senza fare troppe domande ed una scuderia di amanti da vari angoli dell’Europa dell’est, tutte scopatrici insaziabili a detta loro, per dar lustro alla propria immagine. Povere figlie! E da gran coglioni quali erano si sono talmente sputtanati da soli che i giudici li hanno spennati ben bene: metà dei loro patrimoni a me e subito, un quarto vincolato a favore del figlio. Risarcimento per danni morali, eh? – e strizzò l’occhio.
-Quindi un figlio da ciascun marito. – conclusi io.
-Una figlia col coglione numero uno, un figlio con quello numero due.
-Tu però non sembri una che si accontenta di vivere di rendita. – la apostrofai.
Lei mi sorrise compiaciuta.
-Ma neanche quando ero moglie di rappresentanza! – disse tirando fuori le verdure dal frigo e posandole sul tavolo. Nel frattempo Anna si faceva aiutare da Giò con le stoviglie. – I miei hanno un impianto vivaistico a San Remo che funziona e rende bene da oltre quarant’anni ed io ho sempre partecipato all’amministrazione. Sempre. Siamo cinque tra fratelli e sorelle e non siamo certo miliardari, ma più che il guadagno economico è la soddisfazione e l’orgoglio d’impresa che ci fanno andare avanti, anzi in alto. E di questi tempi …
-E’ quantomeno miracoloso. – conclusi io strappandole un altro sorriso. – Quindi sei ligure?
-No. Siamo originari della Piana di Sibari. Abbiamo parenti ancora li che continuano a ...
... fare i vivaisti con la vecchia impresa di famiglia. Anche loro se la passano niente male. E’ qualcosa che abbiano nel sangue. Anche i miei figli hanno lo stesso entusiasmo: la grande è botanica, con un paio di masters in genetica di cui uno preso in Olanda. Il piccolo si è dedicato all’economia, gestione d’impresa. Il padre lo voleva con se in banca. Una grossa, neh! Ma la mamma è sempre la mamma.
In quel momento Anna le passò accanto sfiorandole la mano e risalendo su per il braccio, seguendo le spalle ed abbracciandole l’altro, appoggiando infine il mento sulla spalla. Mara girò il capo verso di lei e la baciò a lungo, con affetto.
-Allora, capo! – dissi indicando il tavolo ingombro di cibarie e stoviglie – Quali sono gli ordini?
-Qualcosa di fresco e saporito: una bella insalatona estiva con tonno, capperi e mais?
-Per caso avete fesa di pollo e uova? – chiese Giò.
-Certo: fesa di tacchino e uova freschissime.
-Luca, che ne dici di quella insalata che hai fatto l’estate scorsa?
Descrissi velocemente il piatto e passai al comando. Altrettanto velocemente mettemmo a bollire le uova, spadellare le fettine di petto di tacchino e tagliare a tocchetti, spicchi o fettine pomodori e casorelli (ovvero caroselli, barattieri) nonché spennare foglie di lattuga e ciuffi di ruchetta appena colta nel terreno inselvatichito fuori delle mura del giardino. Giò frullò olio, uova e succo di limone per preparare falsa maionese fresca ed in meno di un quarto d’ora al centro ...