1. Il Corpo, il Verbo e la Mente |7/8| Il gioco delle parole


    Data: 27/02/2019, Categorie: Sentimentali Autore: Miss Ehrenfeld, Fonte: EroticiRacconti

    Ero lì, distesa sul letto, totalmente nuda. Avevo già fatto la doccia, come ogni mattino. Tuttavia, non avevo alcuna intenzione di andare a lavoro. Non quel giorno. Io ero Alice Ehrenfeld. Psicoanalista fallita. Avevo trattato male, molto male sia Eric che Hilary. Li avevo condizionati. Li avevo fatti scappare. Io ero nient'altro che una bugiarda menefreghista che cercava in tutti i modi solo di dimostrare la propria superiorità. Non meritavo alcun lavoro. Non meritavo alcuna stima di illustri colleghi. Cercai in tutti i modi di rimuginare sui miei sbagli. Tutto era iniziato con Elizabeth, il maledetto giorno in cui la incontrai. Era stata lei a rovinare la mia carriera. Ne ero certa. Lei con quelle sue menzogne! Ero consumata dall'interno. Cercai di chiudere gli occhi, per guadagnare un po' di riposo. Immediatamente, una volta chiusi gli occhi, la percepii. Una pioggia frastornante, fitta e duratura. Aprii di nuovo gli occhi. Non riuscivo a dormire. Le suggestioni mi stavano facendo scoppiare la testa. Andai in cucina per preparare una camomilla. Forse avrei dovuto prendere del diazepam. Tuttavia, non avevo alcun farmaco con me. La camomilla sarebbe andata lo stesso bene. Aspettai che la bustina finisse di infondere nell'acqua calda, prima di bere. Era buona, tutto sommato. Non credevo di potermi sentire così strana. Ero sempre stata integerrima. Sempre presente a me stessa. Questo è quello che pensavo di me fino a qualche settimana prima. Ogni volta che chiudevo gli ...
    ... occhi la suggestione ricominciava. Un cappello, una giacca lunga con il bavero alto. Un uomo mi sussurrava qualcosa che non riuscivo ad afferrare. Era come se tutte le patologie dei miei pazienti si stessero proiettando dentro di me. Il sogno di Elizabeth era diventato il mio sogno. Lo stalker di Hilary era diventato il mio stalker. La spia di Eric era diventata la mia spia. Ogni tanto mi affacciavo alla finestra, per controllare se qualcuno mi osservasse. Sembrava non ci fosse nessuno, quella volta. Tornai a letto. Mi distesi. Poggiai la tazza bollente sul mio addome. “Ahi!” dissi, emettendo un piccolo lamento di dolore! Posai la tazza e osservai meglio la pelle arrossata. Ero tachicardica. Madida di sudore. Sentivo l'agitazione lasciare il posto alla debolezza. Una stanchezza che mi rendeva difficile tenere aperti gli occhi. Avvertii il mio corpo abbandonarsi lentamente. Percepii i miei pensieri allontanarsi. Ad un certo punto, stremata, mi addormentai. Oppure semplicemente ero morta. Non saprei dirlo con certezza. Se davvero fossi morta, avrei scoperto con profondo stupore che esisteva qualcosa oltre la vita. Quindi, rimanendo nel campo delle probabilità, mi feci convinta che stessi semplicemente dormendo, o meglio, ripiombando in quel sogno. Ero troppo stanca per oppormi alle immagini che si stavano lentamente schiarendo di fronte a me. Decisi dunque che avrei accettato l'inevitabile. Decisi di esplorare quel sogno che per tutti quei giorni mi ero rifiutata di vivere. --- ...
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