1. Il Corpo, il Verbo e la Mente |7/8| Il gioco delle parole


    Data: 27/02/2019, Categorie: Sentimentali Autore: Miss Ehrenfeld

    ... fiatò. Si portò le mani dietro la nuca, mentre mi ammirava. Io stavo facendo squat sul suo bacino. Raccolsi le mammelle con entrambe le mani e portai i capezzoli alla bocca. Volevo che mi guardasse in quel modo. Volevo che sapesse tutto quello che mi passava per la mente. Lui afferrò i miei fianchi e mi aiutò nell'esercizio. Mi fece andare su e poi giù. E io ricevevo i suoi colpi, assestati e costanti, come fossero delle stilettate. Un secondo orgasmo, diverso dal precedente, mi fece vibrare le gambe, facendomi perdere totalmente la sensibilità. Anche lui urlava, in preda ai deliri del piacere. Rimanemmo in quella posizione per tantissimo tempo. Lui dentro di me, Io sopra di lui. Accovacciati a formare un corpo unico, che lentamente si stava rilassando. Pace. Armonia. Amore. Era tutto perfetto. Improvvisamente, mi ritrovai di nuovo a quel tavolo. Sola. Nuda. Nessuna traccia dell'uomo. Era tutto tornato al proprio posto. Mi guardai intorno, alla ricerca di qualche risposta. Rammaricata, lo cercai ovunque, nella stanza. L'unica traccia rimasta era il tovagliolo al centro del tavolo, rimasto lì capovolto. Lo raccolsi e lo lessi. “Svegliati. Trova Elizabeth.” --- Tutti i pazienti mentono --- Mi svegliai. Ero nel mio letto, ancora nuda, scomposta e sudata. Avevo bagnato il materasso completamente. Confusa e spaesata, mi alzai e cercai di rimettere ordine alle idee. Trovai le mie carte di lavoro. Tutti gli appunti presi durante la mia carriera. Iniziai a leggere il faldone su ...
    ... Elizabeth. Non ricordavo di aver scritto così tanto. Il resoconto del nostro primo colloquio. Le mie perplessità. I suoi dubbi. La sua reticenza. Il suo nome falso: Elizabeth Swann. Le allusioni ad Alice nel paese delle meraviglie. Le dettagliate descrizioni dell'uomo in nero. Continuai a leggere. Sembrava strano. Altri appunti, stessa calligrafia. Stesse parole. Scritti più di una volta. Ricopiati, molte volte. Passai al faldone su Hilary. Anche qui le stesse strane coincidenze. Le sue dichiarazioni. La sua malattia. Le mie supposizioni. Le mie titubanze. Scritte e ripetute decine di volte. Anche il faldone su Eric mostrava le stesse analogie. I suoi deliri, raccontati con dovizia di dettagli. Non avrei potuto scrivere quella roba da sola! Non erano soltanto pensieri miei. Erano i pensieri dei miei pazienti, scritti nero su bianco. Quasi 300 pagine. Scritte e ricopiate decine di volte. Era impossibile. Cercai di confrontare le date. Non coincideva nulla. Era tutto alla rinfusa. Pagine di Elizabeth si erano mischiate alle pagine di Eric e a quelle di Hilary. Avevo davanti a me un database completamente inutile, pieno zeppo di informazioni a casaccio. Mi fece male la testa... ero terrorizzata. Qualcosa non tornava. Mi guardai allo specchio. Non riuscivo più a riconoscermi, talmente ero malconcia. Io ero Alice Ehrenfeld. Il panico mi assalì. Volevo mettermi a piangere. Non sapevo cosa stesse succedendo. Uscii di casa, agitata, vestita come una barbona, senza essermi neanche lavata i ...
«1...3456»