1. Trasformato in troia - confusione – (cap.14)


    Data: 28/02/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: shinigami83ge

    ... nervosa.
    
    Devo decidere cosa fare, ma da brava troia nella quale mi hanno trasformato i miei pensieri non riescono a spostarsi dallo sconosciuto dell’autobus, dal modo in cui mi ha posseduto e dominato, dal suo cazzo dentro il mio culo e dall’orgasmo intensissimo che mi ha dato su un autobus pieno di persone.
    
    Dling dling, il suono di un campanellino interrompe i miei pensieri
    
    Alzo lo sguardo, ad aver suonato è un ragazzo in bicicletta
    
    “ehi tu tutto bene?”
    
    È un ragazzo giovane, 20 anni, forse nemmeno, con uno spiccato accento francese, ha un grosso zaino sulle spalle. Lo guardo meglio per capire chi è, ha un look davvero essenziale: sneakers, jeans, maglietta e un capello basco, di quelli con cui normalmente si identificano i pittori
    
    “ehi, parlo con te, vedo che hai i pantaloni bagnati sul davanti. Tutto bene?”
    
    Scende dalla bicicletta, si avvicina a me e porgendomi una mano mi aiuta ad alzarmi. Osservando il suo viso più da vicino non posso fare a meno di pensare che abbia un’espressione che comunica dolcezza: capelli corti castano scuro, una leggera barbetta sul mento e occhi di un bel nocciola
    
    “tutto bene?” mi ripete “capisci quello che dico?”
    
    Scuoto leggermente la testa come se quel gesto fosse sufficiente a cancellare almeno per un attimo i pensieri nella mia mente
    
    “sì… sì… ti capisco benissimo, grazie, è tutto apposto davvero”
    
    “sei sicuro? A me non sembra, e a giudicare da quel che vedo… bhè.. ecco..
    
    è chiaro che ti sei pisciato ...
    ... addosso. Vuoi che chiami qualcuno?”
    
    Sento che quella conversazione sta prendendo un piega che non mi piace, l’idea di dover dare spiegazioni mi mette in imbarazzo
    
    “non ti preoccupare, davvero, va tutto bene, ti pregherei di lasciarmi solo… grazie davvero”
    
    Il ragazzo mi guarda con un’espressione fra il preoccupato e il perplesso rimanendo davanti a me ancora alcuni istanti come ad accertarsi che non abbia qualche ripensamento
    
    “ok, come preferisci… buona giornata”
    
    risale in sella alla sua bici e si rimette in viaggio.
    
    Appoggio nuovamente la testa contro il muro e osservo il cielo chiedendomi cosa sto facendo, ma soprattutto cosa sto diventando. Oggi il cielo è di un azzurro intensissimo; era da tanto tempo che non mi perdevo nella sua immensità e una nuova calma si impossessa di me.
    
    Rapido torno alla realtà, devo assolutamente uscire da quella situazione del cazzo, non posso andare in giro conciato in qual modo. Mi guardo intorno e per una volta penso che la fortuna sia dalla mia parte. Non molto lontano da me vedo una fontana pubblica e dall’altra parte della strada un negozio di abbigliamento.
    
    Vado quindi alla fontana a inondarmi di acqua per crearmi un abili, una scusa, con cui poter giustificare in modo più semplice la vistosa macchia sui miei pantaloni e togliere anche l’eventuale odore di urina, infine vado al negozio di abbigliamento e con la scusa di essere caduto per terra quando lo spruzzo della fontana mi ha colpito spiego il segno di umido e lo ...
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