Le Jenaise (atto 4-5)
Data: 02/03/2019,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Vanj B.
... i miei capelli" e tutte le persone sembravano delle statuine di creta prima della cottura. Dopo quattro giorni che spaliamo fango Lorenzo "gli vedevo solo il naso" mi dice: voglio tentare di raggiungere la fabbrica di Massimo per avvisarlo che siamo qui e vedere come sono messi, tornerò appena possibile. Neanche mezzora dopo che è andato via si aggrega a noi un gruppo di persone "ragazzi e ragazze" con una fascia sul braccio con scritto "caritas" e, con mio stupore, vedo che fra loro c'è anche Ludovico, quell'amico di Lorenzo che incontrammo a Parigi. Mi avvicino e gli dico: Ciao.., e lui: Ciao, aiutami a spostare questa trave. Non mi aveva riconosciuta ed io non osai dire nulla così per tutta la giornata lavoriamo fianco a fianco senza dirci una parola poi, verso sera torna Lorenzo. Allora?, gli chiedo. Tutto bene, mi risponde, sono messi meglio di noi, da loro ci sono i pompieri, i Carabinieri e tutti i dipendenti dell'azienda. E tu?, mi chiede. Io, a voce alta rispondo: tutto bene, sono qui con il tuo amico Ludovico. Quando sente pronunciare il suo nome si gira e con stupore dice: ciao Lorenzo non pensavo di trovarti qui, poi guarda me e dice: scusa, non t’ho riconosciuta "non mi avrebbe riconosciuta neanche mia madre, pensai" poi, avvicinandosi con un'espressione di meraviglia mi dice: ma!!, ma non sei una Jenaise?. Si, gli rispondo, ma aiutami a spostare questa trave. Così riprendiamo a lavorare. Per altri quattro giorni lavoriamo ininterrottamente, eravamo un gruppo di ...
... circa trenta persone e ci fermiamo solo la sera dove ceniamo tutti assieme "quello era l'unico momento che si poteva parlare e rilassarsi un po’". Notavo che molte ragazze si avvicinavano a Ludovico tentando di fargli capire che era desiderato "non era difficile comprenderle" ma lui, con modi cordiali, rimaneva indifferente o fingeva di non capire quelle "avance" al punto che io, al momento opportuno, chiesi a Lorenzo se per caso non fosse omosessuale. Alcuni anni fa, mi risponde, s’innamorò follemente di una ragazza poi, un giorno scoprì che si drogava e fece di tutto, spese anche un capitale, per farla uscire da quell'inferno ma lei prese l’AIDS e morì e, da quel giorno lui si dedicò ad aiutare la gente e nessuno lo vide più con una donna. Accidenti, dico, non pensavo che anche un uomo potesse amare così, ed io che pensavo fosse omosessuale, sono proprio una stronza. Un giorno, finalmente, arrivano i rinforzi "la protezione civile mandata dal governo" e noi possiamo tornare a casa così tutta la stanchezza di quei giorni esplode improvvisamente. Per una settimana non facciamo altro che dormire mangiare e pensare a quei giorni tragici e incredibili. Due mesi dopo il comune dell'alluvione "Masio" organizza una cena per tutte le persone e associazioni che hanno aiutato la popolazione così ci ritroviamo con Ludovico e Massimo passando una serata allegra e spensierata e, quando torniamo a casa, Lorenzo mi dice che forse passeremo le vacanze estive con loro, faremo una crociera su ...